L’accordo miliardario tra Italia e SpaceX per le telecomunicazioni
Secondo alcune persone a conoscenza dei fatti, l’Italia starebbe completando una trattativa con l’azienda SpaceX di Elon Musk per mettere al servizio del proprio governo un sistema di telecomunicazioni sicuro. Se fosse conclusa, l’operazione sarebbe la più vasta operazione del suo genere in Europa.
Le fonti, che hanno chiesto di mantenere l’anonimato, hanno rivelato che il dialogo per un contratto quinquennale è ancora in corso e che per il momento non è stato raggiunto un accordo finale, ma il progetto sarebbe già stato approvato dai servizi di informazione nazionali e dal ministero della difesa.
Il 6 gennaio il governo italiano ha confermato i contatti con l’azienda di Musk, precisando però che non c’è stata alcuna firma e che “le interlocuzioni con la SpaceX rientrano nei normali approfondimenti che gli apparati dello Stato hanno con le aziende”.
Il negoziato tra Roma e la SpaceX, fino a poco tempo fa in fase di stallo, si sarebbe sbloccato il 4 gennaio dopo la visita della presidente del consiglio Giorgia Meloni al presidente eletto Donald Trump, in Florida. Il governo italiano ha fatto sapere che i due leader non hanno affrontato l’argomento durante il loro incontro.
Le autorità italiane avrebbero discusso con la SpaceX un accordo da 1,5 miliardi di euro per la fornitura di un sistema crittografico di alto livello per i servizi telefonici e telematici a disposizione del governo, sottolineano le fonti.
Il piano comprenderebbe servizi di comunicazione per l’esercito italiano nel mar Mediterraneo e l’installazione del cosiddetto servizio direct-to-cell in Italia, da usare in caso di emergenze come gli attacchi terroristici o i disastri naturali.
Secondo le fonti, il possibile accordo è sotto esame dal 2023 ed è osteggiato da alcuni funzionari, preoccupati dell’impatto che avrebbe sugli operatori nazionali.
I rappresentanti della SpaceX non hanno immediatamente risposto alle nostre richieste di un commento, effettuate al di fuori degli orari lavorativi.
Nel 2024 la SpaceX ha aggiunto altri venti paesi alla sua rete di servizi internet satellitari Starlink, dal Ghana all’Argentina. Oggi l’azienda ha più di quattro milioni di utenti in più di cento paesi, una presenza che penalizza gli operatori storici e supera la concorrenza recente di Amazon e di rivali controllati dallo stato, come nel caso della Cina.
Alla fine dell’anno scorso, Kyivstar Pjsc, il primo operatore di telefonia mobile ucraino, ha firmato un accordo con Starlink per introdurre un servizio satellitare che potesse proteggere le infrastrutture delle telecomunicazioni dagli attacchi russi.
La SpaceX offre il servizio Starlink per usi commerciali come l’accesso a internet domestico e le spedizioni marittime e aeree, e al momento sta sviluppando un prodotto chiamato Starshield per la difesa e altri settori sensibili.
L’azienda aerospaziale sta conquistando il mercato delle comunicazioni satellitari abbinando l’innovazione tecnologica all’aggressività imprenditoriale e sfruttando anche l’influenza politica acquisita da Musk.
L’Italia è uno dei mercati telefonici più competitivi al mondo, in cui da anni gli operatori faticano a generare profitti. Il settore vive una fase caratterizzata da fusioni e cessioni di attività miliardarie.
L’anno scorso la Telecom Italia, erede dell’azienda monopolistica statale, ha venduto la rete di telefonia fissa al fondo statunitense Kkr, un affare da 22 miliardi di dollari con cui è riuscita a ridurre il suo debito. Il governo Meloni ha sostenuto energicamente l’operazione: Roma, infatti, considera le telecomunicazioni un’attività strategica.
Lo stato italiano ha una partecipazione sia in Telecom Italia sia nella nuova compagnia creata dalla Kkr, la FiberCop, pur controllando anche un’azienda rivale di dimensioni minori, la Open Fiber.
È anche tra i paesi che usufruiscono già del servizio Starlink (con una copertura internet garantita da più di settemila satelliti), che l’anno scorso ha accusato Telecom Italia di ostacolare l’attivazione dei suoi servizi ad alta velocità.
Secondo le fonti, il governo italiano aveva preso in considerazione anche alcune alternative (compreso il sistema satellitare Iris², finanziato dall’Unione europea), nonché la possibilità di costruire un proprio sistema di satelliti, ma in entrambi i casi i costi avrebbero superato i dieci miliardi di euro.
Durante il suo primo mandato, Donald Trump si era presentato sul palcoscenico mondiale come un “affarista” determinato a proteggere gli interessi economici del suo paese, usando spesso gli incontri politici di vertice per strappare promesse di contratti per la fornitura di armamenti o investimenti nelle fabbriche statunitensi.
(Traduzione di Andrea Sparacino)