A cosa serve il cambio dell’ora****?
In parole povere serve a sfruttare meglio le ore di luce del giorno. Quando in autunno portiamo indietro le lancette dell’orologio, all’atto pratico trasferiamo un’ora di luce dalla sera alla mattina, quando è più utile per un maggior numero di persone. In primavera succede il contrario.
L’ora legale, invece, indica i mesi tra la primavera e l’autunno, in cui alla sera possiamo goderci un’ora supplementare di luce. I lettori più arguti avranno notato che, contrariamente a quanto si possa pensare, l’ora legale non fa “aumentare” le ore di luce diurna.
Da quanto tempo esiste questa pratica?
L’idea di armeggiare con l’orario per risparmiare energia o far sembrare le giornate più lunghe è vecchia di almeno duecento anni, ma solo con la prima guerra mondiale è stata presa sul serio.
Nel 1916 la carenza di carbone in tutta Europa spinse la Germania e il suo alleato austroungarico ad adottare l’ora legale per risparmiare risorse energetiche. L’iniziativa fu subito riproposta in una serie di paesi schierati su entrambi i fronti del conflitto. Il Regno Unito ha adottato l’ora legale nel maggio 1916, e non l’ha più abbandonata.
Molti paesi hanno fatto marcia indietro dopo il 1918, per poi reintrodurre l’ora legale durante le crisi energetiche degli anni settanta.
Come funziona quest’anno?
Tutti gli stati dell’Unione sposteranno indietro le lancette di un’ora il 27 ottobre, seguendo una legge che armonizza la durata dell’inverno per evitare una proliferazione di cambi stagionali diversi in paesi vicini.
Negli Stati Uniti il cambiamento di orario arriverà la prima domenica di novembre.
Agli antipodi, la Nuova Zelanda ha spostato le lancette in avanti alla fine di settembre, mentre gli stati australiani che prevedono l’ora legale (New South Wales, Victoria, South Australia, Tasmania e Australian Capital Territory) l’hanno fatto la prima domenica di ottobre.
Nel 2011 la Russia aveva deciso di mantenere l’ora legale per tutto l’anno, ma a causa dell’eccessiva oscurità pomeridiana ad alcune latitudini, nel 2014 il governo è tornato all’ora solare standard. Da quel momento le lancette non sono state più toccate.
Quali sono le ripercussioni in autunno?
Per prima cosa in questo periodo dell’anno possiamo restare a letto un’ora in più, ma in sé il cambio dell’ora ha ramificazioni più ampie in campo energetico e agricolo, oltre che sull’umore.
Alcuni sostengono che non permetta davvero di risparmiare elettricità, perché l’uso minore di luce elettrica nelle sere d’estate sarebbe bilanciato dall’incremento mattutino.
I presunti effetti benefici per la salute sono sbandierati a tutte le latitudini: grazie al cambio dell’ora le persone godono di una maggiore esposizione alla luce solare durante i mesi estivi, con un aumento dei livelli di vitamina D. Ma i critici sostengono che la perturbazione del ritmo circadiano possa avere un impatto negativo sulla salute umana.Secondo alcuni studi il rischio di avere un infarto aumenta nei primi tre giorni feriali dopo il cambio dell’ora in primavera.
Altre ricerche, però, indicano che un’ora di sonno in più nei primi giorni feriali dopo lo spostamento delle lancette in autunno riduce il rischio di attacchi cardiaci.
Infine è stato riscontrato che lo spostamento delle lancette in autunno non permette davvero alle persone di dormire un’ora in più, mentre lo spostamento in primavera comporta un’effettiva perdita di sonno che influisce negativamente sullo stato dell’individuo per diverse settimane.
Esiste un vantaggio economico?
Si pensa che lo spostamento in avanti e indietro dell’ora abbia un impatto sull’economia, ma anche in questo caso le opinioni sono discordanti. Le industrie del turismo e della vendita al dettaglio beneficiano effettivamente della luce prolungata in estate, ma questo vantaggio potrebbe essere annullato dalle complicanze sanitarie di cui abbiamo già parlato.
L’industria agricola si è sempre opposta a causa del suo impatto in tutta una serie di ambiti, dalla mungitura al raccolto. Tuttavia un portavoce dell’Nfu (un sindacato britannico degli agricoltori) ha offerto un quadro più sfumato. “L’ultima volta in cui abbiamo sondato l’opinione dei nostri iscritti, abbiamo rilevato una maggioranza favorevole al cambio dell’ora”.
Anche il settore dell’aviazione è coinvolto dal cambiamento di orario. La programmazione dei voli deve tenere conto delle modifiche all’orario che avvengono in tempi diversi nei vari paesi. Per questo motivo tutti gli orari dei voli e degli aeroporti seguono il Tempo coordinato universale (Utc) basato sul fuso orario di Greenwich (Gmt).
È pericoloso il cambio dell’ora?
Solo per chi guida. Le ore di punta per gli automobilisti sono tra le otto e le dieci del mattino e tra le tre e le sette del pomeriggio.
Quando in autunno le lancette tornano indietro, buona parte delle ore di punta pomeridiane trascorre senza la luce solare. Per una serie di motivi, nelle ore di punta pomeridiane si verificano più incidenti rispetto a quelle mattutine, e alcuni studi suggeriscono che spostare indietro le lancette in autunno possa aumentare il numero di incidenti.
Per questo motivo la britannica Società reale per la prevenzione degli incidenti (Rospa) ha proposto che il Regno Unito mantenga l’ora legale per tutto l’anno, sostenendo che l’oscurità mattutina sia preferibile a quella pomeridiana.
A proposito di pericoli, sembra però che l’ora legale abbia un impatto sulla criminalità e che in estate faccia diminuire i furti.
Il cambio dell’ora è apprezzato?
Un sondaggio di YouGov indica che una leggera maggioranza è favorevole a mantenere l’ora legale. Il 44 per cento vorrebbe mantenere il sistema attuale con il doppio cambiamento annuo, mentre il 39 per cento preferirebbe cancellarlo.
Il sondaggio evidenzia interessanti divergenze regionali. La Scozia, per esempio, è schierata nettamente a favore del doppio cambio, anche perché mantenere la stessa ora tutto l’anno sposterebbe l’alba alle 10 del mattino in alcune zone.
Quali sono i paesi che non adottano l’ora legale?
Gli stati che adottano l’ora legale sono circa settanta. Gran parte dei paesi che si trovano attorno all’equatore non ne ha bisogno, perché non ci sono grandi variazioni nelle ore di luce solare durante l’anno.
La maggioranza dei paesi islamici non usa l’ora legale per evitare un eccessivo ritardo della cena durante il Ramadan. Il Marocco sospende l’ora legale durante il mese del digiuno, mentre l’Iran adotta l’ora legale senza eccezioni per il Ramadan. In gran parte dell’Africa e dell’Asia non esiste l’ora legale.
Quest’anno il parlamento europeo ha votato per cancellare l’ora legale a partire dal 2021. Se la norma sarà ratificata, avremo un altro problema legato alla Brexit.
Davvero anche qui c’entra la Brexit?
Siamo nel 2019, la Brexit c’entra con tutto. Se il Regno Unito lascerà l’Unione europea prima del 2021 e i paesi europei cancelleranno l’ora legale, potrebbe presentarsi una situazione in cui per metà dell’anno l’Irlanda del Nord e la Repubblica d’Irlanda si troveranno in due fusi orari diversi. Dimenticatevi il confine duro, il confine morbido e il confine doganale. Avremmo un confine “orario”.
Il lato positivo è che potremo mangiare velocemente un panino a Derry prima di attraversare il confine e pranzare di nuovo a Donegal.
Allora il tempo è un concetto fluido?
Nella nostra era moderna segnata da orologi digitali, smartphone, orari dei treni e calendari sincronizzati abbiamo la sensazione che il tempo sia fisso e ordinato. Ma non è sempre stato così.
Prima che la tecnologia fosse in grado di tenere il tempo in modo affidabile, le persone strutturavano le ore in modo molto più vago. Le antiche civiltà dividevano la luce solare in 12 ore a prescindere dalla lunghezza del giorno. Questo significava che le ore di luce diventavano più lunghe durante la primavera e l’estate, più corte durante l’autunno e l’inverno.
Il fatto che i romani utilizzassero questo sistema è dimostrato dal ritrovamento di clessidre di dimensioni variabili per i diversi mesi dell’anno.
Anche dopo l’invenzione degli orologi meccanici il tempo è rimasto piuttosto vario da un luogo all’altro. In Italia, per esempio, gli orologi di Venezia erano sempre mezz’ora avanti rispetto a quelli di Torino.
La nostra idea di tempo uniforme – il “tempo dell’orologio” – è un concetto molto recente che risale ai primi sviluppi della ferrovia.
Con la diffusione dei binari, infatti, la consuetudine di ogni stazione e città di seguire un orario diverso complicava le operazioni di coordinamento. Per risolvere il problema i paesi hanno cominciato a standardizzare il tempo, con il Regno Unito all’avanguardia. Nel 1840 la Great Western Railway cominciò a seguire il Gmt (Greenwich mean time), abitudine che nel 1883 si era estesa a tutte le linee ferroviarie britanniche.
Gli altri paesi seguirono l’esempio di Londra, con qualche eccezione. Fino al 1911 gli orologi posizionati sulla facciata delle stazioni ferroviarie francesi hanno seguito il tempo standard di Parigi (circa nove minuti di scarto rispetto al Gmt), ma gli orologi all’interno dell’edificio e in generale gli orari ferroviari avevano un ulteriore ritardo di cinque minuti, per permettere ai passeggeri di arrivare in ritardo senza perdere il treno.
I fusi orari internazionali si sono definitivamente standardizzati attorno agli anni trenta. Nel 1956 il Nepal è stato l’ultimo paese al mondo ad adottare un fuso orario standard legato al Gmt.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Questo articolo è uscito sul quotidiano britannico The Guardian.
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