Una visita al nuovo mercato Esquilino si conclude inevitabilmente con una seconda colazione o un pranzo anticipato alla tavola calda indiana Janta. Poco più grande di un autobus, ha otto tavoli di formica, su ciascuno dei quali ci sono un portatovaglioli a molla, una grande caraffa d’acqua e due bricchi più piccoli, uno per la salsa allo yogurt alla menta verde e l’altro per la scura salsa al tamarindo.
Forse non era la cosa giusta da fare, ma io ho mescolato le due salse in una spirale unica per condire samosa e pakora, verdure fritte in una pastella di farina di ceci. Il menu è scritto un po’ in italiano e un po’ in inglese: riso, biryani, veg curry, non-veg curry e pollo con curry di spezie indiane, tutti serviti su vassoi di acciaio inox.
Janta è sempre affollato senza mai dare la sensazione di esserlo e, come il vicino mercato, è multiculturale: rangpuri, italiano, inglese, bengali e mandarino si mescolano ai successi trasmessi dal canale tv indiano 9X Music.
Parti vitali della città
Adoro Janta, un pezzo di India e Bangladesh nel cuore di Roma. Per il suo arredamento, estremamente funzionale ma al tempo stesso riccamente decorato, come il paravento di legno che nasconde in parte la cucina e la statua di Ganesh alta quanto un bambino accanto alla cassa, per la sua aria tiepida e speziata e per il cameriere amichevole ed efficiente di Dakar.
Lo adoro soprattutto perché un monticello di riso basmati, verdure speziate, aspri sottaceti al lime e fresca salsa allo yogurt è proprio quello che voglio mangiare quando esco dal mercato con mazzi di coriandolo, un chilo di semolino e una radice di zenzero a forma di mano.
A Testaccio, anche i tre giovani che lavorano nel fruttivendolo sotto casa vengono dal Bangladesh, così come l’aiuto chef di una rinomata trattoria e i cinque uomini che vendono aglio al mercato. Non è questo il luogo per parlare delle complessità legate all’immigrazione e ai migranti, un gruppo di cui faccio parte anche io, sebbene privilegiata, ma so per certo che questi uomini lavorano duramente per pochi soldi e che sono una parte vitale della città e della vita di Testaccio.
Mentre scelgo un cavolfiore, uno dei ragazzi mi dice che il villaggio in cui è nato è il posto più verde che si possa immaginare, e mi suggerisce di usare sia la curcuma sia il cumino per cucinarlo.
Da quando ho intrapreso il sentiero della cucina italiana, non mi è capitato spesso di cucinare piatti indiani (anzi, bengali, gujarati, kashmiri eccetera) ma le cose stanno cambiando. Il piatto di questa settimana, cavolfiore con cumino e zenzero, è un adattamento tratto dall’istruttivo e rassicurante An invitation to indian cooking di Madhur Jaffrey, ideale per principianti come me.
Jaffrey suggerisce di accompagnare questo piatto asciutto ma dai profumi intensi con chapati, lenticchie e riso bianco, o con riso pilaf e raita di cetriolo. Noi l’abbiamo mangiato con riso basmati imburrato, cucinato secondo la ricetta di Janta, un veloce miscuglio di cetriolo grattugiato, yogurt denso e un cucchiaio di chutney di fagiolini verdi alla Fergus Henderson. Era il genere di cibo e calore aromatico di cui ho bisogno in questi giorni, e buono quasi quanto un pranzo da Janta.
Cavolfiore con cumino e zenzero
Ingredienti per 4 persone
- 1 cavolfiore medio
- 1 pezzo di zenzero fresco (circa 5x2 cm), sbucciato
- 8 cucchiai di olio di semi oppure olio di oliva
- 1 cipolla piccola, pelata e a fette
- mezzo cucchiaino di peperoncino in polvere (o pepe di Caienna)
- 1 cucchiaino di curcuma
- 1 peperoncino verde, a fettine sottili (privato dei semi se preferite un piatto meno piccante)
- 1 cucchiaino di cumino
- 1 cucchiaino di garam masala
- 1 cucchiaio di succo di limone
- sale
- Servire con riso basmati e dal o raita di cetrioli, o entrambi.
- Frullate lo zenzero con quattro cucchiai di acqua fino a ottenere un impasto grossolano. Dividete il cavolfiore in cespi più piccoli.
- Scaldate l’olio in una padella grande e fate appassire la cipolla. Aggiungete l’impasto di zenzero, soffriggete per un paio di minuti e aggiungete il peperoncino verde, il peperoncino in polvere e la curcuma, quindi mescolate per un altro minuto. Aggiungete il cavolfiore, cospargete con il cumino, il garam masala, il succo di limone e un pizzico di sale e mescolate ancora. Versate 100 ml di acqua tiepida e fate andare a fuoco vivace per un paio di minuti.
- Coprite la padella, abbassate il fuoco e lasciate bollire piano, così che il cavolfiore si cucini nel suo vapore per 20-30 minuti. Mescolate ogni 10 minuti finché non sarà tenero e tutto il liquido sarà stato assorbito (senza però farlo seccare).
- Servite con riso basmati, raita di cetriolo e/o lenticchie brasate o dal.
(Traduzione di Giusy Muzzopappa)
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