Le relazioni di buon vicinato e gli accordi di Oslo nel diario di Amira Hass.

La mia vicina mi è venuta incontro mentre salivo le scale. È una donna anziana, originaria della campagna, che si è trasferita a vivere con il figlio e le due nipotine dopo la morte improvvisa di sua nuora, tre anni fa. Ho declinato l’invito ad andare a casa sua, dicendo che avevo molto da scrivere. Fare due chiacchiere non è il mio forte, e scrivere è una buona scusa.

Mi ha chiesto se sarei andata a Gerusalemme. “Sì, certo”, ho risposto arrossendo. So bene che per i miei vicini andare a Gerusalemme è come andare sulla Luna, anche se dista appena venti chilometri. “Anch’io ci andrò”, mi ha detto la donna. Durante il Ramadan le autorità israeliane permettono alle donne sopra i 45 anni e agli uomini sopra i 50 di andare a Gerusalemme, senza bisogno di un permesso, per pregare all’Haram as Sharif, la spianata delle moschee. “Ma le mie figlie non possono venire”, ha aggiunto. “Sono troppo giovani”.

Nel supermercato vicino qualcuno mi ha chiamato per nome mentre cercavo gli yogurt sugli scaffali. Era O., il mio vicino di casa di sette anni fa. All’epoca i frequenti coprifuoco e le incursioni dei carri armati facevano da sfondo ai nostri discorsi schietti su Al Fatah, il movimento di cui faceva parte. “Oggi vengo qui di rado”, mi ha spiegato. Ha lasciato la politica per darsi agli affari, con uno dei tanti magnati palestinesi che si arricchiscono grazie ai commerci in Africa. “Come stai?”, mi ha chiesto. “Bene”, ho risposto. Non sempre ho la forza di evitare i convenevoli e andare oltre le formule di circostanza. “E tu?”, ho aggiunto. “Bene”, ha detto.

Ma poi si è corretto: “Non molto bene, in realtà. È tutto uno schifo, ma si sapeva”. “È vero, si sapeva”, ho concordato. E ho aggiunto: “Non mi aspettavo molto dagli accordi di Oslo e dai negoziati di pace, ma sono rimasta sorpresa dalla brutalità di Israele e dalla stupidità dei palestinesi”. Sentendo il mio ultimo commento, un commesso del supermercato si è girato verso di noi e mi ha dato la sua approvazione con un bel sorriso.

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