La donna con lo scialle palestinese aveva un’aria familiare. Ma certo! La incontro spesso alle manifestazioni a Ramallah. Anche quel giorno stava discutendo con un funzionario israeliano presente a una grande cerimonia sul fiume Giordano, nel luogo dove secondo la tradizione Gesù fu battezzato da Giovanni. Oggi il sito si trova nella Cisgiordania occupata, nell’area sotto il completo controllo di Israele.
C’erano migliaia di russi ed europei dell’est arrivati a bordo di pullman, molti palestinesi e decine di cristiani etiopi.

Fino al 2012 il sito apriva solo due volte all’anno, perché si trova in una zona militare. Ma quando hanno scoperto il suo potenziale turistico, le autorità hanno costruito le strutture adatte ad accogliere ogni giorno centinaia di turisti.

Il 18 gennaio la comunità ortodossa ha celebrato il giorno del battesimo. Sono stati allestiti dei megaschermi per mostrare la cerimonia ai partecipanti venuti a migliaia. Prima dell’evento sono state messe delle recinzioni per regolare l’ingresso dei 7.500 visitatori nel fiume. Gli stranieri s’immergevano nell’acqua in una veste bianca. I palestinesi si limitavano a raggiungere l’acqua, senza immergersi.

All’improvviso ho visto dei poliziotti portare via un palestinese dalla sala della preghiera. L’uomo era venuto a protestare contro il patriarca per due motivi: il primo è che il patriarcato esclude i palestinesi dai suoi alti ranghi, il secondo è che il patriarca è coinvolto in alcune vendite di terreni a Israele.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Questo articolo è stato pubblicato il 23 gennaio 2015 a pagina 20 di Internazionale, con il titolo “Battesimo di massa”. Compra questo numero | Abbonati

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