Sono storie che si somigliano. Spesso cominciano con la perdita del posto di lavoro. Ne consegue l’impossibilità di pagare il mutuo. L’appartamento comprato con fatica va all’asta. Come nella storia di Maurizio, che dirigeva un cantiere con settanta dipendenti e che è finito in una tenda alla periferia di Milano.
E in quella di Irene, costretta a separarsi da un marito con grossi problemi di tossicodipendenza e alcolismo. Che si è ritrovata da sola a crescere i suoi tre figli, uno dei quali disabile. Disperata e minacciata da un’ingiunzione di sfratto perché non riesce a pagare l’affitto. C’è la triste vicenda di Antonio, che da ex dirigente di un mobilificio è finito a vivere in macchina con un tumore allo stomaco.
Leggere alcune delle toccanti storie di disagio economico e sociale sulla pagina della fondazione ”
Condividere” colpisce: ci insegna che spesso basta poco per scivolare da una situazione di benessere a una di povertà e ci dimostra che si tratta di un fenomeno sempre più vasto.
Basta passare davanti al mercato verso l’ora di chiusura per vedere un numero sempre maggiore di persone che frugano tra frutta e verdura destinata ai cassonetti. Aumenta il numero delle persone anziane che chiedono l’elemosina. Da settimane riceviamo quasi quotidianamente dati e notizie sull’impressionante aumento del disagio sociale.
È salito del 33 per cento il numero delle persone costrette a rivolgersi alla Caritas. Oltre un quarto degli italiani (28,4 per cento) è a rischio povertà ed esclusione sociale. Sono 3,4 milioni, secondo l’Istat, gli italiani che vivono in povertà assoluta.
Il reddito della popolazione è tornato ai livelli del 1986. Il consumo delle famiglie, sceso nel 2012 di un ulteriore 3,2 per cento, si è abbassato al livello del dopoguerra. Quasi la metà della popolazione (46,6 per cento) non si può permettere una settimana di ferie fuori casa. Il 18 per cento della popolazione non può riscaldare in maniera adeguata la propria casa.
Sono rimasto impressionato da una previsione dell’economista Alberto Quadrio Curzio: solo nel 2017 il pil italiano tornerà al livello del 2007. Secondo un sondaggio Swg il 41 per cento delle famiglie dichiara di non arrivare alla fine del mese. Unioncamere lancia l’allarme: in Italia chiudono mille imprese al giorno. Nel 2012 365mila aziende hanno chiuso i battenti. Tuttavia parole come povertà o disagio sociale sono inesistenti nella rumorosa campagna elettorale.
Mario Monti sostiene di aver salvato l’Italia dall’abisso. Ma che abbia salvato anche gli italiani è tutto da dimostrare.
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