La differenza tra la fotografia analogica e quella digitale è la stessa che c’è tra le carrozze a cavallo e le automobili. L’esempio è di Fred Ritchin, professore di fotografia e cultura visiva all’università di New York. Quando fu inventato il motore a scoppio si cominciò a parlare di “cavalli” per definirne la potenza. Ma era solo una parola rassicurante. Le macchine non c’entravano nulla con i cavalli. Lo stesso vale per la televisione. La tv sul web non ha niente a che vedere con la scatola marrone che troneggiava nel salotto dei nostri genitori. Sul web la televisione è senza palinsesti, senza limiti di orario, senza gerarchie, senza frontiere, sempre disponibile, senza filtri né censure. Anche il suo linguaggio dovrebbe essere diverso, ma spesso non lo è. Esperimenti come quello di Michele Santoro dimostrano che fare tv fuori dai grandi network è possibile, ha scritto Aldo Grasso sul Corriere della Sera. Soprattutto per chi ha un nome e un’identità forte. All’improvviso, scrittori, fotografi, giornalisti e autori televisivi hanno capito che sul web possono fare a meno degli editori e parlare direttamente al loro pubblico. Ma se vogliono farsi ascoltare devono essere sicuri di avere storie appassionanti da raccontare. Proprio quello di cui avremmo bisogno per capire com’è cambiata l’Italia durante il lungo inverno berlusconiano.
Internazionale, numero 923, 11 novembre 2011
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