È rimasto in Siria per due mesi, di nascosto, più o meno nello stesso periodo in cui è scomparso Domenico Quirico. Il giornalista di Le Monde Jean-Philippe Rémy ha indagato in particolare nella zona di Damasco. E ha visto con i suoi occhi le forze del regime usare armi chimiche. “Se c’è riuscito un giornalista, com’è possibile che i governi occidentali non siano stati in grado di arrivare a una conclusione chiara sull’uso delle armi tossiche in Siria?”, chiede l’editoriale uscito in prima pagina il giorno dello scoop.

Di fronte al suo ufficio, al sesto piano della redazione di Le Monde, sono esposti una vecchia macchina da scrivere, blocchetti di appunti ingialliti, fotografie in bianco e nero. Sembra un museo un po’ polveroso. Natalie Nougayrède sa che il suo compito di direttrice di Le Monde è difficile, ma è consapevole delle enormi potenzialità del momento. Ha 46 anni, una grande esperienza sul campo (soprattutto in Europa dell’est) ed è la prima donna direttrice del più famoso quotidiano francese. Anche Le Monde, come tutti i grandi quotidiani europei, deve riuscire a passare dalla carta al digitale non solo sopravvivendo, ma se possibile ritrovando un’identità e un ruolo nella società.

“Per me è molto importante pubblicare articoli e commenti originali. Vogliamo essere molto forti sui fatti. Non ci saranno approssimazioni e voglio che tutti gli articoli siano verificati, solidi”. Un programma impegnativo, ma che ha il grande vantaggio di funzionare indipendentemente dal supporto: che sia su carta, sul web o sui tablet, il giornalismo di qualità ha un futuro. Natalie Nougayrède ne parlerà anche a Ferrara, al festival di Internazionale, dal 4 al 6 ottobre.

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