“Da viva ha segnato la storia britannica degli ultimi trent’anni, da morta potrebbe continuare a influenzarla per altri trenta”, ha scritto il Guardian dopo la scomparsa di Margaret Thatcher (Internazionale 995).
Per i copy editor e i correttori di bozze, invece, Margaret Thatcher è un incubo che forse non finirà mai. La grafia del suo nome è continuamente vittima di storpiature: da una ricerca su Google emergono 372mila “Margaret Tatcher”, 67.700 “Margareth Tatcher” e 745mila “Margareth Thatcher”. Tutto sommato Internazionale può consolarsi: in vent’anni ha collezionato solo un “Margareth Tatcher” (n. 625) e tre “Margareth Thatcher” (n. 9, 14 e 621). Un refuso può sfuggire a tutti, ma sbagliare la grafia di un nome può avere conseguenze catastrofiche non solo per la credibilità di un giornale.
La settimana scorsa si è scoperto che in passato i servizi segreti russi avevano chiesto all’Fbi di effettuare indagini su Tamerlan Tsarnaev, uno dei presunti attentatori della maratona di Boston. Come mai l’Fbi non sapeva che Tsarnaev era stato in Russia appena un anno fa? “Al momento dell’imbarco sul volo dell’Aeroflot, il suo nome è stato scritto male”, ha risposto il senatore della South Carolina Lindsey Graham intervistato da Fox News.
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