Francesco Barilli e Matteo Fenoglio, Piazza della Loggia, vol. 1

BeccoGiallo, 224 pagine, 16,90 euro

Nel 2011 il fratello di una delle vittime della strage del 1974 a piazza della Loggia, a Brescia, scriveva: “Da molto tempo le stragi non sono più raccontate. Commemorate sì, ma ridotte a eventi lapidari”. Per non limitarsi a ricordare queste tragedie e proseguire nella ricerca della verità, anche oltre il fondamentale livello giudiziario, raccontarle è importante. E se talvolta, come è avvenuto recentemente per piazza Fontana, il racconto solleva obiezioni legittime, vuol dire che occorre continuare a provare, per ottenere un risultato migliore.

Questo reportage a fumetti costituisce un tentativo riuscito in questa direzione. Con tutte le potenzialità offerte da un disegno preciso e un montaggio serrato, non dà nulla per scontato, fa parlare i principali testimoni e illumina, oltre i fatti, il contesto in cui quei fatti maturarono. Sullo sfondo c’è l’Italia della fine degli anni sessanta, con una sinistra che invece di stemperarsi nella socialdemocrazia alimenta sempre più il Partito comunista, e ci sono gruppetti neofascisti che, ansiosi di combattere, vengono contattati da chi ha bisogno dei loro servizi.

Più vicino si staglia la città di Brescia, capitale dell’industria e dunque, come oggi, luogo dello scontro sociale, ma allora, per qualche tempo, esperimento riuscito di convivenza tra amministrazione e gruppi sociali.

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