Jason Pine, Napoli sotto traccia
Donzelli, 320 pagine, 30 euro

Nel 1998 il giovane antropologo Jason Pine arriva a Napoli con l’idea di indagare il mondo della musica neomelodica e il suo legame con la camorra. Per ottenere informazioni, per capire quali sono le regole del gioco in quel mondo, diventa un regista di video che offre i suoi servizi a cantanti, impresari e boss. Questa nuova identità lo rende per più di dieci anni parte del sistema che sta indagando. Un sistema che oggi spiega in questo libro pieno di dialoghi, con lo stile di un documentario appassionante.

Si impadronisce della lingua, dei codici, delle pratiche e delle rappresentazioni che le persone usano per trovare la propria strada nel mondo delle canzoni che si cantano ai battesimi e ai matrimoni. In quel mondo, scopre, gli affetti e gli interessi non sono quasi mai separati, ci si muove senza dare molta importanza alla differenza tra il legale e l’illegale: non solo queste due sfere non sono rigidamente separate, ma hanno molte cose in comune.

Per chi si muove nella “zona di contatto” tra la criminalità organizzata e la marginalità sociale il compito fondamentale è sempre capire quale sia il potere di chi si trova di fronte, quanto possa essere utile per il proprio futuro o pericoloso per il proprio presente. Così la Napoli neomelodica si fa modello per altre società, esempio del modo in cui gli uomini interagiscono tra di loro quando sono in condizioni di incertezza.

Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2015 a pagina 84 di Internazionale, con il titolo “Arrangiamenti”. Compra questo numero | Abbonati

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it