Vi do un consiglio d’oro: diffidate di chiunque vi offra consigli d’oro. L’amica che vi suggerisce di non interrompere un rapporto o di non lasciare il lavoro, forse lo fa per voi ma, anche se non se ne rende conto, inevitabilmente sta pensando a se stessa. Forse si è sposata solo per sistemarsi, e vorrebbe che fosse così anche per voi. O magari ama tanto la vostra compagnia che non vi consiglierebbe mai un cambiamento di lavoro che vi portasse lontano da lei.

Inoltre, da una serie di studi è emerso che, a meno che abbiano un motivo per fare il contrario, in genere le persone ci consigliano di comportarci con maggior cautela di quanto farebbero loro stesse in una situazione simile, forse perché non vogliono averci sulla coscienza se prendiamo una decisione azzardata e facciamo fiasco.

Ma c’è anche un’altra faccia della medaglia, soprattutto per i genitori, gli insegnanti, i manager e chiunque altro si trovi nella posizione di dover motivare qualcuno: molto meglio che dispensare consigli è offrire a loro l’opportunità di farlo. Questa è la conclusione alla quale sono arrivati in un studio gli psicologi delle università di Chicago e della Pennsylvania, i quali hanno scoperto che gli studenti delle scuole medie americani erano molto più invogliati a fare i compiti dopo aver dispensato consigli ai ragazzi più piccoli, piuttosto che averli ricevuti dagli insegnanti.

Una formula vincente
Questo effetto durava diverse settimane, ed è stato osservato anche negli adulti che stavano cercando di perdere peso, di risparmiare, di controllarsi di più o di trovare lavoro. Insegna a un uomo a pescare e alla fine saprà pescare, ma se lo incoraggi a insegnarlo a qualcun altro, alla fine diventerà un grande pescatore.

Questi risultati non sono poi così sorprendenti, suppongo, se consideriamo quanto ci sentiamo lusingati quando qualcuno ci chiede un consiglio (francamente, è solo un po’ meno gratificante darlo comunque, anche se nessuno ce lo ha chiesto). Davanti a una difficoltà, tendiamo a dare per scontato che dobbiamo chiedere consiglio per capire meglio come procedere, ma spesso in realtà sappiamo perfettamente quello che dobbiamo fare, solo che non abbiamo il coraggio di farlo. Dare consigli agli altri ci permette di riscoprire le cose che già sappiamo, e questo ci infonde fiducia spingendoci ad agire.

Questo, tra parentesi, è un altro buon motivo per tenere un diario: possiamo usarlo per dare consigli a noi stessi. I nostri amici non sempre hanno la pazienza di sopportarci quando gli spieghiamo che cosa devono fare della loro vita (i miei ne hanno molto poca!), ma un quaderno in finto cuoio non si lamenta mai. E infine, non ci dimentichiamo che non potremmo fare un complimento più grande a una persona che chiedergli, meglio se sinceramente, che cosa ci consiglia. Benjamin Franklin diceva che per ingraziarsi qualcuno era meglio chiedergli un favore che farglielo: penserà a voi come a una persona perbene e simpatica alla quale fanno favori.

Lo stesso criterio si può sicuramente applicare ai consigli: è meglio chiederli che darli. Anche se dovrei aggiungere che se ne sapete più di me su questo argomento, visto che siete persone così sagge e riflessive e avete una grande esperienza di vita, io sono tutto orecchi.

Consigli di lettura

Il libro di Zac Bissonnette Good advice from bad people, un compendio di consigli dati da vari truffatori, criminali e falliti, dimostra che a dare i consigli migliori non sono sempre quelli che hanno condotto una vita esemplare.

(Traduzione di Bruna Tortorella)

Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano britannico The Guardian.

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