Più che un festival della canzone, Sanremo è lo sfogo delle passioni italiane. Le polemiche che precedono ogni edizione funzionano senza dubbio come una promozione dell’evento - a tutto vantaggio del suo produttore, la Rai - e gli assicurano degli ascolti da record. Ma sono anche una cartina al tornasole degli stati d’animo, delle tensioni, dei passi indietro e in avanti della società. L’edizione del 2014, prevista in febbraio, non sembra sfuggire a questo schema ormai ben collaudato.
Questa volta la polemica riguarda il contratto firmato dalla tv pubblica con Fabio Fazio, conduttore della trasmissione di Rai 3
Che tempo che fa e anche presentatore per il secondo anno consecutivo del festival. Si parla di 5,4 milioni di euro per tre anni. Per Beppe Grillo questo compenso è un vero e proprio scandalo visto che la trasmissione di Fazio è prodotta dalla Endemol, una società in parte posseduta da Mediaset, di proprietà di Silvio Berlusconi. A sua volta Fazio risponde che il suo lavoro fa guadagnare soldi alla sua impresa.
La sfida è ormai lanciata tra l’ex comico genovese, lui stesso prodotto della tv degli anni ottanta (ha partecipato al festival in diverse occasioni) e la star degli anni 2000. Tra il sostenitore del rigore dei parlamentari e delle élite (Grillo) e colui che dovrebbe simboleggiare lo spreco del denaro pubblico e l’arroganza dei ricchi (Fazio). Il luogo è stato scelto, la scena o i dintorni del teatro Ariston, dove si svolgono le cinque serate del festival.
Sul suo blog Grillo minaccia di disturbare lo spettacolo con i suoi militanti del Movimento 5 stelle: “Verremo a cantare a Sanremo. Lo ripeto, verremo a cantare a Sanremo”. A questa affermazione Fazio ha risposto via Twitter: “Sei ha due buone canzoni ti prendiamo. Lo ripeto, due buone canzoni”. Ognuno guarda ai propri interessi. Grillo ricorre a un argomento più di consenso, dopo le sue uscite sugli immigrati di Lampedusa, mentre Fazio cerca di chiudere la faccenda con una battuta, evitando però di rispondere sulle questioni di fondo. Di questo passo i due potrebbero finire per cantare insieme un duetto.
Insomma, ancora una volta il festival, che gli italiani considerano come una sorta di campionato del mondo della canzone, adotta i dibattiti veri o falsi del paese, offrendo loro la possibilità annuale di un happy end in musica in mezzo ai grandi mazzi di mimose della costa ligure.
Termometro delle febbri italiane, l’anno scorso Sanremo ha rischiato di essere rinviato perché alcuni parlamentari temevano che le opinioni di Fazio (ritenuto di sinistra) avrebbero potuto falsare il risultato delle elezioni politiche. Nel 2012, mentre Mario Monti dirigeva il governo di tecnici sostenuto da una maggioranza di sinistra e destra, la sua parola d’ordine era “siamo tutti uniti”.
Nel 2010 il cantante Povia, noto per le sue idee di destra, interpretava una canzone dedicata a Eluana Englaro, una ragazza in coma vegetativo da 17 anni e il cui decesso l’anno prima per “interruzione dell’alimentazione”, aveva contrapposto i favorevoli e i contrari all’eutanasia. Nel 2009 lo stesso Povia si era classificato secondo a Sanremo con la canzone Luca era gay, un brano nel quale un omosessuale ritrovava la “retta via”. Insomma tutto è bene quel che finisce bene.
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