1. Bob Sinclair & Raffaella Carrà, Far l’amore club mix
La grande bellezza versione doppio cd soffre di schizofrenia; mentre il film di Paolo Sorrentino sugge sacro e profano dalla stessa grande tetta romana, qui un disco di musiche alte contemporanee (Henryk Górecki, Kronos Quartet, Zbigniew Preisner souvenir di Kieślowski) si contrappone a un miscuglione pop, “mueve la colita” e Antonello Venditti forever. Meglio gustare in ordine sparso, senza perdere il trenino di questa bella disco-copula 2011 .Mixare terrazza Martini e disincanto a piacere.
2. Mauro Ermanno Giovanardi, Storia d’amore
“Io non ho cultura / ma non voglio stare male / che si arrangi / chi ha paura del caviale” bel brontolìo controculturale proto-funky all’italiana Nel ghetto di Alberto Radius 1977, ripreso e convertito in western morriconiano. Stabilito così il suo individualismo alla Clint Eastwood l’ex cantante dei La Crus con posse di ukulele al seguito (la Sinfonica Honolulu, di Livorno) si diverte lungo tutto l’album Maledetto colui che è solo e dà il meglio di sé nel mélo macho/siciliano di Celentano (1969, année erotique anche per Serge Gainsbourg).
3. Hilimoni, Le ragazze come te
Testuale: dove provano è pieno di limoni e a loro piace limonare e “sperimentare l’uso dell’italiano” (sic): Gossosparty, Sciukka e Pippo da Cazzago di Pianiga, che la Nuova di Venezia definisce “Seattle del nordest” (ci sono pure i Budregassi e i Rumatera, in cui suonano due Hilimoni); vedono una bella ragazza dicono e “figa” (ma nel clip della canzone la parola è nascosta da una foglia di fischio), e nel video Venezia c’è chi fa la pipì nel canale. Quanto a loro, pisciano ballate un po’ Lùnapop, Blink 182 da sotoportego, Avril Lavigne col pisello e divertenti.
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