“Criminale digitale”: è così che un rapporto parlamentare britannico definisce Facebook. L’espressione è particolarmente dura e insolita in un contesto simile, ma la commissione parlamentare, presieduta da un conservatore, ha deciso di evitare qualsiasi ambiguità. Ecco la frase per intero: “Le aziende come Facebook non dovrebbero essere autorizzate a comportarsi come criminali digitali”.
Si tratta della conclusione di un lavoro titanico portato avanti per diciotto mesi sulla scia dello scandalo Cambridge Analytica, l’azienda legata all’estrema destra statunitense e a Steve Bannon, ex collaboratore di Donald Trump. Cambridge Analytica ha usato decine di milioni di dati personali di utenti di Facebook per inviare annunci politici mirati.
L’inchiesta ha esaminato anche i sospetti di interferenze politiche della Russia, che avrebbe approfittato del lassismo di Facebook nella protezione dei dati personali.
Risposta inadeguata
Il rapporto è schiacciante e ritiene che Facebook abbia agito “in totale consapevolezza e intenzionalmente”. Il documento dimostra che i vertici di Facebook, fino al presidente Mark Zuckerberg, erano informati dei problemi e non hanno agito per porre rimedio a queste violazioni etiche. Il rapporto prende atto di un incidente del 2014, quando alcuni personaggi legati alla Russia hanno recuperato fino a tre miliardi di informazioni su Facebook, sottolineando che la risposta dell’azienda non è stata soddisfacente.
Il testo solleva un grave problema di gestione nel più vasto social network del mondo, usato da più di due miliardi di persone. Questa popolarità aggrava le responsabilità di Facebook, diventato la principale via d’accesso al mondo dell’informazione su scala mondiale dopo aver scalzato i mezzi di comunicazione tradizionali che un tempo erano indispensabili per avere le notizie.
Il rapporto, che solleva un problema europeo, è arrivato proprio alla vigilia della Brexit
I parlamentari britannici hanno sottolineato che l’epoca dell’autoregolamentazione deve finire e che bisogna stabilire un nuovo rapporto di forze tra i social network e le persone. Per quanto riguarda il Regno Unito, suggeriscono la creazione di un’autorità indipendente per la regolamentazione dei social network, in grado di far eliminare contenuti controversi e imporre la trasparenza, con la minaccia di multe salate.
Il rapporto dovrebbe essere distribuito ai parlamentari francesi, tedeschi e di tutta Europa, perché oggi ognuno ha la sua risposta al problema. La Germania ha votato una legge molto difficile da applicare, mentre la Francia ha approvato un testo che non ha ancora superato la prova del fuoco e sta tentando un approccio “dolce” nei confronti di Facebook, che ha promesso piena collaborazione.
Ma è evidentemente che il problema dev’essere posto al livello europeo se si vuole cambiare il rapporto di forze. Paradossalmente, il rapporto è arrivato proprio alla vigilia della Brexit.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Leggi anche:
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it