Non è facile avanzare proposte articolate mentre i missili russi precipitano sulle città ucraine senza fare distinzione tra obiettivi civili e militari. Il presidente francese Emmanuel Macron ha provato a farlo la sera del 12 ottobre, in un’intervista concessa all’emittente pubblica France2. Macron ha cercato di percorrere una strada estremamente stretta, tenendosi lontano dalle dichiarazioni polemiche dopo aver pronunciato per due volte, durante l’estate, la frase “non bisogna umiliare la Russia”, che gli è valsa le critiche di Kiev e dei paesi dell’Europa dell’est.

In un momento in cui l’escalation brutale emersa nel conflitto dopo il 10 ottobre radicalizza le posizioni, il presidente francese chiede di continuare a parlare con Vladimir Putin fino a quando sarà necessario, sottolineando che “un giorno, il più presto possibile, bisognerà tornare a sedersi attorno al tavolo del negoziato”.

Quel momento non è ancora arrivato e con ogni probabilità la guerra andrà avanti ancora per tutto l’inverno. Ma laddove alcuni europei sognano una capitolazione senza condizioni dell’aggressore russo, Macron ripropone una sua vecchia convinzione: la Russia resterà il vicino dell’Europa anche dopo questa guerra e non bisogna creare le condizioni per una guerra successiva. Questa posizione moderata fa discutere.

Posizione misurata
Il primo riflesso che suscitano gli orrori a cui assistiamo è quello di neutralizzarne l’autore. Gli ucraini preferirebbero vedere Putin davanti alla Corte penale internazionale piuttosto che seduto al tavolo del negoziato.

Ma l’idea di Macron, la stessa che lo ha portato a mantenere per cinque anni un dialogo intenso per quanto vano con Putin, è che bisognerà inevitabilmente includere la Russia in un’ipotetica architettura di sicurezza europea.

La posizione francese farà storcere il naso a qualcuno in Europa, anche se Parigi non ha intenzione di rinnegare la solidarietà occidentale

Nell’attesa, però, c’è la guerra, e Macron ricorre alla sua famosa posizione misurata che in Francia definiscono con l’espressione “en même temps” (al contempo) e che in questo caso significa aiutare l’Ucraina preparando intanto un dopoguerra che comprenda la Russia. In ogni caso il presidente francese ribadisce che spetta agli ucraini decidere i propri obiettivi di guerra e scegliere in quale momento negoziare.

La Francia continuerà ad aiutare Kiev, per esempio fornendo sei cannoni Caesar supplementari, armi performanti a cui l’esercito ucraino ha dedicato il 12 ottobre una dichiarazione d’amore in video, sulle note di una canzone di Serge Gainsbourg

La posizione francese farà storcere il naso a qualcuno in Europa, anche se Parigi non ha intenzione di rinnegare la solidarietà occidentale per difendere il suo punto di vista. Al contrario, la Francia ha appena annunciato una maggiore presenza militare in Romania, Estonia e Lituania, oltre che un aiuto supplementare all’Ucraina.

Una parte delle risposte di Macron è rivolta anche all’opinione pubblica francese in vista di un inverno pericoloso.

Ma perché il presidente ha voluto dichiarare per la prima volta che la Francia non reagirebbe con la propria forza nucleare a un attacco atomico russo in Ucraina, soprattutto dopo aver spiegato che non bisogna parlare troppo della questione nucleare? A chi era destinato questo messaggio?

È indispensabile che il presidente spieghi nuovamente ai francesi questa guerra in cui si sono ritrovati impegnati senza combatterla. Il fronte dell’opinione pubblica è uno dei risvolti di questo conflitto.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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