Per anni, malgrado la disparità economica tra Cina e Russia, Xi Jinping ha voluto salvare le apparenze trattando Vladimir Putin da pari. Ma da quando Mosca si è impantanata in Ucraina e il presidente russo è diventato oggetto di un mandato d’arresto internazionale, la Cina si è trasformata in un’ancora di salvezza della Russia. E si vede.

Xi, in visita a Mosca dal 20 marzo, ha fatto le veci di una sorta di forza tranquilla per un amico in difficoltà. Il presidente cinese “sostiene” il suo collega, lo chiama “caro amico”. Ma la realtà è evidente: nella coppia la Cina ha preso il sopravvento, e Putin non ha scelta.

Dopo l’invasione dell’Ucraina, la Cina ha mantenuto quella che un diplomatico ha battezzato argutamente come una “neutralità pro Putin”, un equilibrio sottile che avvantaggia Pechino più di Mosca. Forse Putin sperava in un sostegno molto più attivo, in particolare per quanto riguarda la consegna di armi, prodotti tecnologici o mezzi per aggirare le sanzioni occidentali. E invece la Cina aiuta la Russia con parsimonia, preoccupandosi di non incorrere a sua volta nelle sanzioni.

Solida complicità
La visita di Xi, che si conclude il 22 marzo, ha confermato due elementi fondamentali: il primo è che Pechino non abbandonerà Putin (una notizia che infrangerà le speranze di alcuni occidentali). Xi ha perfino previsto che il presidente russo sarà rieletto l’anno prossimo, e lo ha invitato in Cina.

Il secondo elemento è di natura economica, con la trattativa (a quanto pare avanzata) per la costruzione di un secondo gasdotto tra la Russia e la Cina, attraverso la Mongolia. L’opera permetterà di inviare verso la Cina il gas russo che non viene più acquistato dall’Europa. È uno sviluppo vitale per l’economia russa, mentre la Cina conferma di voler usare le Russia come una riserva energetica facilmente accessibile.

Xi Jinping guarda oltre la Russia e soprattutto oltre la guerra in Ucraina, che non è certo la sua priorità

È innegabile che tra Russia e Cina esistano una complicità solida e una collaborazione rinforzata, ma non ancora un’alleanza formale, e questo per volontà di Pechino. Cina e Russia condividono una visione del mondo antioccidentale, ma non al punto tale da legare i propri destini in uno scontro con il blocco occidentale.

Xi Jinping guarda oltre la Russia e soprattutto oltre la guerra in Ucraina, che non è certo la sua priorità. Il presidente cinese vuole affermarsi come il leader del mondo non occidentale, di cui fanno parte anche i paesi del sud che non hanno voluto allinearsi con Washington sull’Ucraina e vorrebbero emanciparsi dalle alleanze del passato.

La settimana scorsa la Cina aveva sorpreso il mondo organizzando a Pechino il ripristino dei rapporti diplomatici tra l’Arabia Saudita e l’Iran. Questa settimana Xi ha pronunciato a Mosca un discorso pacificante, di non ingerenza, che ha contrapposto al comportamento degli Stati Uniti, ritenuti responsabili della guerra in Ucraina.

La questione non si limita all’Ucraina, anche se il conflitto al momento cristallizza tutti gli interessi. Pechino ha preso nota della visita del primo ministro giapponese Fumio Kishida a Kiev, che ha coinciso con quella di Xi a Mosca. Le rivalità asiatiche si ritrovano in questo pezzo d’Europa in guerra.

Se esiste una lezione da trarre dal viaggio di Xi a Mosca è che la Cina, piuttosto che mantenere un profilo basso davanti a Washington, ha deciso di presentarsi come leader mondiale alternativo.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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