Donald Trump è al potere da appena due mesi, ma ha già trasformato l’Europa. E non solo i suoi leader politici, che cercano di costruire urgentemente una difesa autonoma del continente. L’effetto della presidenza Trump si fa sentire anche sulle opinioni pubbliche, come rivela un sondaggio condotto in nove paesi dell’Unione europea.
Dallo studio, curato dall’istituto Cluster17 per la rivista online Le Grand Continent, emerge un forte consenso rispetto alla difesa dell’Unione. Il 70 per cento degli europei ritiene infatti che il continente dovrebbe fare affidamento solo sulle proprie forze per garantire la propria difesa, contro appena un 10 per cento secondo cui si può ancora contare sugli Stati Uniti.
Si tratta di una vera svolta in stati profondamente atlantisti come la Germania (il 76 per cento dei tedeschi sostiene la difesa europea) e l’Italia, dove Giorgia Meloni cerca di salvare i suoi buoni rapporti con Washington. Nel paese il 58 per cento dei cittadini è favorevole alla difesa europea, mentre in Francia la percentuale sale al 77 per cento.
Ancora più sorprendente è il fatto che il 60 per cento degli intervistati sostenga l’idea di un esercito comune, una proposta che non fa ancora parte dei piani dei governi.
I leader dell’Unione ricevono in questo modo una forte spinta per la loro mobilitazione dopo l’arrivo di Trump alla Casa Bianca e per gli impegni presi a favore della difesa europea, non ultimi quelli di questi giorni. Perfino la proposta di comprare armi solo europee, avanzata il 19 marzo da Bruxelles, gode di un vasta approvazione: 71 per cento.
Gli europei sono favorevoli anche all’idea di allargare l’ombrello nucleare francese a tutto il continente (61 per cento). Da notare che in Francia il consenso è più basso (52 per cento favorevoli, 48 per cento contrari), senza dubbio a causa della paura di farsi trascinare in conflitti che non riguardano direttamente il paese.
Questo notevole sostegno evidenzia però alcuni limiti. A proposito dell’idea di aumentare la spesa per la difesa, portandola al 5 per cento del pil, solo il 43 per cento degli europei si dichiara favorevole, con differenze evidenti: un 62 per cento di “sì” in Polonia, dove le spese sono già vicine alla soglia proposta, ma appena il 19 per cento in Italia.
Questi risultati sono legati all’effetto Trump, certo, ma anche all’invasione dell’Ucraina cominciata tre anni fa. Il sondaggio evidenzia una forte opposizione nei confronti del presidente statunitense, considerato dal 51 per cento degli europei come un nemico dell’Europa, contro appena un 9 per cento che lo definisce un alleato.
Solo in Polonia e Romania Trump può contare su un certo sostegno popolare, che comunque resta minoritario. Il rifiuto è ancora più netto nei confronti di Elon Musk, per cui tanti si dicono favorevoli all’idea di un boicottaggio delle auto della Tesla.
Il sondaggio di Le Grand Continent dimostra ancora una volta che l’Europa riesce a unirsi nelle crisi e durante gli sconvolgimenti, che in questo caso sono incarnati da due persone: Putin e Trump. Le risposte alle domande dello studio dipingono un’opinione pubblica mobilitata, ma che esprime una certa diffidenza nei confronti dei propri leader politici.
È su di loro che ricade la pressione per dimostrarsi all’altezza di una sfida storica.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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