Nel mondo ci sono 114 paesi con un sistema parlamentare monocamerale e 79 con quello bicamerale. In genere hanno il sistema monocamerale i paesi piccoli, le ex colonie e gli ex paesi comunisti. Tra i paesi con un sistema bicamerale che hanno più di 500 rappresentanti nella camera bassa e più di 200 nella camera alta ci sono l’Egitto, l’India, la Francia, l’Italia e il Regno Unito.
Il nostro paese ha però due specificità. La prima è l’alta percentuale di parlamentari sul totale della popolazione. La seconda è il bicameralismo perfetto, in cui le due camere esercitano le stesse funzioni e devono approvare lo stesso testo legislativo. Altrove ci si attiene alle ricette dell’abate Sieyès, il grande politico della rivoluzione francese: due camere che la pensano in modo identico sono inutili, mentre due camere che la pensano in modo diverso sono dannose.
Come osserva Gianmarco Salvemini su
lavoce.info, in Italia il problema non è che il senato ha potenzialmente maggioranze diverse da quelle della camera, ma che il senato ha gli stessi compiti e procedure della camera. Una modifica del titolo II della costituzione, che ridefinisca i compiti delle istituzioni parlamentari, sarebbe un utile complemento alla nuova legge elettorale.
La Francia può essere d’ispirazione anche in questo caso: un sistema con collegi uninominali e doppio turno consentirebbe di migliorare la selezione dei politici e favorire la governabilità. Speriamo che i partiti seguano quest’esempio e che le riforme elettorali “usa e getta”, fatte per vincere o non perdere le prossime elezioni, diventino solo un ricordo.
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