Ogni giorno si spendono 750 euro per le auto blu di ognuno dei quindici giudici della corte costituzionale. Come si nota dal bilancio della corte, nel 2013 le spese per il noleggio, l’assicurazione e il carburante saranno pari a 758mila euro. Assumendo un costo per lo stato di cinquantamila euro per autista (ogni giudice ne ha due), si arriva a circa 2,25 milioni: 150mila euro all’anno per auto. Se consideriamo duecento giorni lavorativi in un anno, questo significa 750 euro al giorno. Probabilmente, come fa notare Roberto Perotti su lavoce.info, costerebbe meno far viaggiare i giudici in elicottero, chiedendogli la gentilezza di condividere ogni tanto il velivolo.
La corte costituzionale è l’istituzione più importante del nostro sistema giuridico, ma questo non giustifica una spesa che non ha eguali in nessun’altra democrazia rappresentativa. Confrontando i dati (esclusa la spesa per le pensioni), nel 2012 la corte italiana è costata più del triplo di quella britannica, che ha tre giudici in meno. Lo stipendio lordo medio dei giudici costituzionali è di 492mila euro, più del doppio dei loro colleghi britannici e circa il triplo dei giudici della corte suprema statunitense. Dividendo i 5,8 milioni di euro che la corte ha iscritto a bilancio alla voce pensioni per i venti ex giudici in pensione e nove superstiti, si calcola una pensione media di duecentomila euro all’anno.
Questi privilegi sono ingiustificabili, perché tolgono credibilità a un’istituzione che ha l’importante ruolo di garantire il rispetto della costituzione italiana.
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