Vecchio e sempre nuovo problema di ogni processo educativo: spingere gli allievi ad applicarsi alle routine disciplinari? Oppure spingere ad apprendere per problemi ed esperienze particolari?

Xavier Niel, miliardario imprenditore francese delle telecomunicazioni, e Nicolas Sadirac e altri collaboratori, creando a Parigi la nuova scuola “42” per ingegneri di software, scommettono sulla possibilità che si apprenda davvero e bene a patto di trovare e sperimentare i punti di intersezione tra l’apprendimento routinario degli abbicì disciplinari e il saper costruire e realizzare un progetto motivato e motivante di conoscenza e risoluzione di un problema reale e particolare, come può essere, nel caso, la costruzione d’un marchingegno “nuovo e utile” (per usare le parole care ad Annamaria Testa).

Sulla scommessa Niel investe 70 milioni di euro. A partire dal prossimo autunno la scuola offrirà corsi gratuiti di tre anni. Non rilascerà diplomi, ma nemmeno richiederà diplomi di accesso, solo l’impegno a “lavorare duramente” sfruttando competenze e risorse che la scuola, i docenti e gli altri allievi mettono a disposizione “sette giorni su sette, 24 ore su 24”.

Per mille posti le domande sono già cinquantamila. Nel suo

édito Niel spiega che con 42 la Francia uscirà da un paradosso (sottolineato anche dall’Economist): i disoccupati sotto i 25 anni sono ormai il 26 per cento, dalle università escono migliaia di informatici, ma il 91 per cento delle imprese tecnologiche non trova personale adeguato.

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