La primavera finisce e nelle terre d’Europa si compiono quei riti d’iniziazione designati in generale con i derivati di maturitas, parola di un’antica lingua sacra comune un tempo alle diverse popolazioni. I riti si svolgono in due fasi. Nella prima schiere di giovinetti e giovinette, dopo un periodo di stagionatura di alcuni anni, sono ammessi a presentarsi a gruppi di anziani che, dopo averli sottoposti a opportune prove, li giudicano ancora acerbi e bisognosi dunque d’ulteriore stagionatura oppure ormai maturi o mature, secondo il sesso. I maturi e le mature, lasciati liberi, ricevono un premio: possono iscriversi all’università per maturare ancora di più.
Nella seconda fase altri gruppi di anziani, tutti a lor tempo maturi e ormai in via di marcire, intonano un compianto lamentando la crescente scarsità di acerbi e la sovrabbondanza di maturi. Quest’anno, probabilmente in nesso con gli sconvolgimenti climatici, in alcuni paesi la seconda fase si è venuta sovrapponendo alla prima, come informano Le Monde (16 e 17 giugno) e Die Zeit (12 giugno). In Francia, malgrado le severe leggi contro l’uso di anglismi, il refrain del lamento di seconda fase è bac is back. In Germania il lamento sta per avere un esito operativo. In fatto di scuola i sedici land sono autonomi, ma sei dei sedici hanno deciso di aderire al progetto federale per introdurre prove nazionali standardizzate abbandonando le prove differenziate giudicate troppo facili, soprattutto quelle di Amburgo.
Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2015 a pagina 78 di Internazionale, con il titolo “Esami bocciati”. Compra questo numero | Abbonati
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