Ha fatto scalpore sui social network in Iraq l’immagine di una giovane donna stesa a terra, picchiata con un pesante bastone e ammanettata da poliziotti antisommossa a volto coperto. È accaduto sulla superstrada Mohammed al Qasim, che collega il nord e il sud di Baghdad, teatro di numerosi scontri tra la polizia e i manifestanti che la bloccavano.
La domanda che si pone qui è: chi sono le donne che hanno partecipato nei luoghi più pericolosi alle recenti manifestazioni a Baghdad e in altre città?
Al quarto mese di proteste, le donne nella rivolta irachena sono ancora solo il 12 per cento sul totale dei manifestanti, secondo le stime di una rilevazione condotta dal centro studi iracheno Warqaa. Si tratta di un numero scarso se pensiamo che le donne sono il 49,4 per cento della popolazione totale dell’Iraq (che conta oltre 40 milioni di abitanti).
Modello iraniano
Il ruolo della donna nella vita sociale irachena si è ridotto dopo il 2003, sotto il potere dei governi confessionali. Indossare l’hijab è diventato obbligatorio in molte scuole, mentre si sono diffusi i matrimoni precoci e una povertà rampante. I partiti islamici e le loro milizie hanno fatto di tutto per imporre il modello iraniano di pressione sulle donne.
Ma la partecipazione delle donne nelle recenti proteste è stata stupefacente. Non solo come infermiere nelle retrovie, ma anche negli scontri faccia a faccia con la violenza dei poliziotti, come la giovane donna della foto. “Una nuova generazione di donne è emersa in Iraq”, ha scritto la studiosa Fatima al Mohsen. Manifestano spalla a spalla con i giovani uomini nelle circostanze più pericolose. Molte di loro hanno meno di trent’anni.
Negli ultimi giorni è scattata una violenta campagna a opera delle milizie filoiraniane e della polizia antisommossa governativa, nella quale molti attivisti sono stati arrestati nelle loro case. Tra le persone detenute o scomparse ci sono anche molte giovani donne.
La foto della giovane donna picchiata in strada ha scosso la società irachena, ma le reazioni sono state contrastanti. Tra i commenti c’era chi si domandava: “Cosa ci faceva lì? Quella è una faccenda da uomini duri!”. Altri hanno reagito diversamente dicendo: “Che razza di creature sono quegli uomini mascherati? Come possono trattare una donna così giovane con tanta brutalità?”.
(Traduzione di Francesco De Lellis)
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