Cultura Schermi
Emilia Pérez
Karla Sofía Gascón, Zoe Saldana, Selena Gomez
Francia / Belgio / Messico 2024, 132’. In sala
Emilia Pérez (dr)

Audiard ha una predilezione per gli emarginati ed è evidentemente attratto dalle storie di crimine. Gli piace anche entrare e uscire dai generi mentre gioca con le loro convenzioni, a volte sabotandole, abbracciando un’eterodossia che si estende ai personaggi. Le complicazioni in Emilia Pérez emergono in rapida successione. Dopo un’apertura molto movimentata, con un processo, un verdetto ingiusto e due numeri musicali, l’avvocata Rita (Zoe Saldana) è sequestrata e portata al cospetto di Manitas (Karla Sofía Gascón), terribile boss di un cartello messicano che con un rap staccato e stonato le chiede aiuto per cambiare sesso. I numeri di canto e danza spaziano dall’intimo all’eccessivo, sono spesso manifestazioni di pensieri interiori dei personaggi ma sono sempre integrati nell’azione. Il ritmo cresce esponenzialmente man mano che il film prende una piega consapevolmente melodrammatica. Audiard ha creato Emilia Pérez per sorprendere e confondere, Saldana e Gascón sono invece magnetiche e sincere. Ed è proprio la performance di Gascón, al centro di ogni cosa, a dare cuore e anima al film.
Manohla Dargis, The New York Times

Here
Tom Hanks, Robin Wright
Stati Uniti 2024, 104’. In sala

Robin Wright e Tom Hanks (a tratti ringiovaniti digitalmente), per la prima volta insieme dopo Forrest Gump, sono due dei tanti attori che attraversano una bella stanza con una finestra a bovindo e un camino (punto focale fino all’arrivo della televisione) che è la vera protagonista di Here, il film di Zemeckis (il dio decaduto delle meraviglie commerciali) adattamento dal fumetto di Richard McGuire, da cui ha mutuato il concetto principale: il tempo si muove mentre la cinepresa rimane fissa. All’interno della stanza si alternano generazioni di americani. Quella di guardare il mondo attraverso un punto fisso nello spazio è una scelta formale audace ma, sfortunatamente, è posta al servizio della più grande montagna di cliché e sdolcinatezze che vedrete quest’anno al cinema.
Alison Willmore, Vulture

Armand
Renate Reinsve
Norvegia / Paesi Bassi / Germania / Svezia / Regno Unito 2024, 117’. In sala

Elisabeth (Renate Reinsve) è convocata di urgenza nella scuola elementare del figlio, colpevole di aver “superato il limite” con un suo compagno. Non sappiamo realmente cosa sia successo, i bambini non verranno mai mostrati, mentre invece lentamente scopriremo gli spettri che popolano l’animo della protagonista. Ultimamente molti drammi scolastici (per esempio La sala professori) hanno esplorato le dinamiche tra mondo degli adulti e mondo dei bambini, come s’intrecciano dentro e fuori la scuola, magari prendendo spunto da episodi singoli. Anche Armand di Halfdan Ullmann Tøndel (figlio di Liv Ullmann e nipote di Ingmar Bergman) opta per questo approccio trasformando il piccolo in grande ed evitando di esprimere qualsiasi giudizio. Il film rimane quindi in un limbo morale tra verità e bugia, tra accusa e difesa concentrandosi esclusivamente sugli stati psicologici delle persone coinvolte.
Savina Petkova,The Film Stage

Nosferatu
Lily-Rose Depp, Nicholas Hoult, Bill Skarsgård, Willem Dafoe
Stati Uniti / Regno Unito / Ungheria 2024, 132’. In sala
Nosferatu (dr)

Il cinema di Robert Eggers va oltre la narrazione e punta alla creazione di interi mondi immersivi. Anche questo remake del film muto del 1922 di Murnau, non fa eccezione. C’è qualcosa nella macabra sensualità e nell’oscurità crepuscolare di questa rivisitazione della leggenda dei vampiri che lascia un segno nel pubblico. Non è tanto un’esperienza visiva quanto qualcosa che inquieta. I mondi vividi di Eggers richiedono interpreti all’altezza e nella formidabile performance di Lily-Rose Depp il film trova il suo cuore oscuro e tormentato. La regia e la costruzione delle scene sono straordinarie, la fotografia partecipa a rendere tutto più avvincente. C’è una bellezza terribile in tutto questo, una qualità suadente che rende il febbrile incubo gotico di Eggers, qualcosa che è difficile scrollarsi di dosso.
Wendy Ide, The Guardian

Altro da questo numero
1596 - 10 gennaio 2025
Abbonati a Internazionale per leggere l’articolo.
Gli abbonati hanno accesso a tutti gli articoli, i video e i reportage pubblicati sul sito.