Cultura Schermi
Mr. Morfina
Jack Quaid
Stati Uniti 2025, 110’. In sala

Nell’era post-John Wick il cinema d’azione è stato rivitalizzato e modernizzato (più proiettili, più sangue, più coreografie) e le emozioni che genera sono più vicine a un altro piacere cinematografico: la farsa. Per portare tutto all’estremo Mr. Morfina parte da una premessa semplice, ai limiti dello stupido: a causa di un problema genetico Nate (Quaid) non riesce a sentire alcun tipo di dolore fisico. Non avendo “l’allarme” fornito dai sensori del dolore, si è chiuso in una bolla, temendo di farsi male e magari uccidersi senza neanche accorgersene. Ma dopo una notte insieme alla collega Sherry (Amber Midthunder) la sua vita cambia. E quando lei è presa in ostaggio durante una rapina in banca, Nate si getta all’inseguimento dei sequestratori. Una missione di salvataggio che comporta ogni genere di potenziale sofferenza. Di per sé il film non sarebbe originale. Quello che fa funzionare tutto è proprio Jack Quaid, con il suo carisma goffo e fanciullesco.
Brandon Yu, The New York Times

Opus. Venera la tua stella
Ayo Edebiri, John Malkovich
Stati Uniti 2025, 103’. In sala
Opus - dr
Opus (dr)

Ariel (Edebiri) è una giornalista musicale alle prime armi in una rivista patinata di New York, sminuita e ignorata dal suo direttore. Poi però le arriva un invito personale per andare ad ascoltare il nuovo album della reclusa pop star Alfred Moretti (Malkovich), atteso da decenni. Così Ariel, il suo direttore e un selezionato gruppo di giornalisti e influencer partono alla volta del complesso isolato in cui Moretti ha raccolto centinaia di accoliti del suo movimento Levellist (praticamente una setta). Ci vuole poco per capire che c’è qualcosa di sinistro sotto la superficie. Fosse uscito una decina d’anni fa, Opus sarebbe risultato decisamente più originale. Ma ha avuto la “sfortuna” di essere stato preceduto da film come Get out, Midsommar, The menu, Blink twice. E quindi è un altro thriller “in cui nulla è come sembra” e dove però è tutto esattamente come sembra. Per fortuna Ayo Edebiri (protagonista buffa e umana) e John Malkovich (una gioia) offrono interpretazioni divertenti e piacevolmente squilibrate.
John Nugent, Empire

Sons
Sidse Babett Knudsen
Danimarca / Svezia 2024, 100’. In sala
Sons (dr)

Eva è un’agente della penitenziaria devota e compassionevole che prende molto sul serio il suo ruolo nella riabilitazione dei detenuti. Poi però nel carcere arriva Mikkel, un ragazzo che Eva riconosce subito. Anche se il mistero è svelato abbastanza presto, non è il caso di entrare nei dettagli dei trascorsi tra Eva e Mikkel. In ogni caso la donna comincia a comportarsi in un modo sconsiderato, la sua empatia verso gli altri detenuti sembra svanire completamente e, contro ogni buon senso, chiede di essere trasferita a lavorare nel braccio di massima sicurezza in cui sono rinchiusi i criminali più pericolosi e imprevedibili. Come Mikkel. Il film precedente di Gustav Möller, Il colpevole, in cui un centralinista del pronto intervento risponde alla chiamata di una donna rapita, ha avuto molto successo. Nonostante le evidenti qualità del regista danese è difficile ripetersi a certi livelli. Il film ha qualche difetto, sia nella trama sia nel mantenimento della tensione, ma nel complesso risulta riuscito grazie all’atmosfera opprimente e alle interpretazioni energiche e convincenti di Sidse Babett Knudsen nei panni di Eva e di Sebastian Bull in quelli di Mikkel.
Wendy Ide, Screen International

Biancaneve
Rachel Zegler, Gal Gadot
Stati Uniti 2025, 106’. In sala

Modernizzare qualcosa d’intrinsecamente rétro come un classico animato Disney del 1937 è un’idea che nasce sbagliata. In questa versione pigra di Biancaneve la regina malvagia non solo tormenta la figliastra più bella del reame, ma è anche una sovrana oppressiva. Biancaneve non dovrà salvare solo se stessa dalla sovrana vanitosa, ma anche il regno. Eppure le due antagoniste non sono poi così male. Gadot è divertente e Zegler funziona meglio come principessa Disney che come attrice shakespeariana. La cosa peggiore del film sono i nani. Sembrano gnomi da giardino animati, più falsi degli scoiattoli e degli uccelli sorridenti della foresta.
Johnny Oleksinski, New York Post

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1607 - 28 marzo 2025
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