Gli Stati Uniti potrebbero produrre gran parte dell’energia elettrica da fonti alternative, senza sviluppare super batterie e senza far aumentare i costi. In questo modo ridurrebbero molto le emissioni di anidride carbonica. È quanto emerge da una ricerca pubblicata sulla rivista Nature Climate Change.
Lo studio affronta un problema ben noto: il vento e il sole non sono costanti ed è quindi difficile integrare le centrali eoliche e solari nella rete di distribuzione elettrica, per soddisfare in modo soddisfacente la domanda. La soluzione finora ipotizzata è la creazione di batterie con ampia capacità, per conservare l’energia elettrica. Questa tecnologia però deve ancora essere inventata.
Il team con Alexander MacDonald e Christopher Clack propone invece di unire tutte le reti regionali degli Stati Uniti in una rete nazionale. L’idea è semplice: il vento e il sole non sono costanti su scala locale, ma su scala nazionale hanno meno fluttuazioni.
I ricercatori del Noaa e dell’università del Colorado osservano che basterebbe collegare le reti regionali con linee di trasmissione di corrente continua ad alta tensione per avere una rete capace di sostenere le fluttuazioni dell’eolico e del solare. In questo modo le emissioni di gas serra dovute alla produzione di energia elettrica potrebbero essere ridotte fino all’80 per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030, senza un aumento dei costi. Gli Stati Uniti potrebbero così raggiungere più facilmente gli obiettivi concordati alla conferenza sul clima di Parigi.
Il progetto potrebbe però incontrare l’opposizione dalle comunità che abitano vicino ai nuovi elettrodotti ad alta tensione, che dovrebbero accettare un’infrastruttura apparentemente non necessaria. Potrebbero essere contrari anche i proprietari delle centrali elettriche, a causa del rischio di perdita dell’investimento, e i politici locali, che perderebbero il controllo sulla rete elettrica.
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