Il presidente ucraino dice che i ribelli hanno ritirato parte delle armi dal fronte

Petro Porošenko ha aggiunto che dall’entrata in vigore della tregua nell’est del paese, il 15 febbraio, sono morti 64 militari ucraini

I separatisti filorussi hanno ritirato una grande quantità di armi pesanti

Il presidente ucraino Petro Porošenko ha annunciato che i ribelli filorussi hanno ritirato una notevole quantità di armi dalle linee del fronte nell’est dell’Ucraina, secondo quanto previsto dall’accordo di pace firmato a Minsk il 12 febbraio. In un’intervista televisiva, Porošenko ha detto: “C’è una tregua o non c’è. Dipende dai punti di vista. Si può dire che siamo riusciti a fermare l’offensiva. L’Ucraina ha ritirato una grande quantità di razzi e di sistemi di artiglieria pesante. Anche i combattenti filorussi l’hanno fatto”.

Porošenko ha aggiunto che dall’entrata in vigore della tregua, il 15 febbraio, sono morti 64 militari ucraini nell’est separatista. Reuters, Afp

L’Ucraina ha terminato il ritiro delle armi pesanti dalla linea del fronte nell’est separatista

I separatisti filorussi dell’Ucraina orientale hanno annunciato di aver terminato il ritiro delle loro armi pesanti dalla linea del fronte, in conformità con gli accordi di pace sottoscritti a Minsk alla fine di febbraio. “Oggi è l’ultimo giorno di ritiro delle armi”, ha detto Edouard Bassourine, un responsabile separatista, alla stampa.

L’annuncio dell’inizio del ritiro era stato dato il 26 febbraio. Afp

Secondo il portavoce del Cremlino le pressioni su Putin sulla crisi ucraina sono “vane”

Ogni tentativo di fare pressione sul presidente russo Vladimir Putin perché cambi posizione sul conflitto ucraino è “vano”, ha affermato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, citato dall’agenzia Ria Novosti.

“Abbiamo notato a più riprese che i tentativi di fare pressione sulla Russia restano vani”, ha dichiarato Peskov rispondendo alla domanda se Putin potrebbe cambiare la sua politica in Ucraina a causa delle sanzioni dei paesi occidentali.

Nei colloqui a Ginevra il segretario di stato degli Stati Uniti John Kerry ha evocato l’eventualità di nuove sanzioni contro Mosca, accusata di sostenere militarmente e finanziariamente i separatisti. Afp

John Kerry fa pressioni per il rispetto dell’accordo di pace in Ucraina

In una conferenza stampa a Ginevra, il segretario di stato statunitense John Kerry ha detto di avere fatto pressioni sul ministro degli esteri russo Sergej Lavrov affinché Mosca e i separatisti filorussi rispettino la tregua in vigore nell’est dell’Ucraina dal 12 febbraio. Altrimenti, ha annunciato Kerry alla fine del colloquio con Lavrov, ci saranno conseguenze per l’economia russa.

Intanto il Cremlino ha confermato che i leader di Ucraina, Russia, Germania e Francia parleranno al telefono a proposito dell’accordo di pace e della disputa sul gas tra Mosca e Kiev alle 19 ora di Greenwich. Reuters

Kerry e Lavrov si incontrano a Ginevra per parlare della crisi ucraina

Il segretario di stato statunitense John Kerry ha cominciato i colloqui con il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov a Ginevra per cercare di mettere fine ai combattimenti nell’est dell’Ucraina. L’incontro coincide con la pubblicazione di un rapporto delle Nazioni Unite sulle violazioni dei diritti umani e la crisi umanitaria nel paese.

I dati del rapporto denunciano che il bilancio del conflitto ha superato le seimila vittime in meno di un anno, con centinaia di morti nelle ultime settimane. Sono 1,25 milioni le persone che hanno dovuto lasciare le loro case. Inoltre il rapporto fa riferimento al continuo ingresso di armi pesanti e di combattenti stranieri nell’est dell’Ucraina nonostante la tregua in vigore dal 12 febbraio.

I colloqui si sono aperti in un clima di tensione, dopo che la settimana scorsa Kerry aveva accusato Mosca di mentire sul suo coinvolgimento nel conflitto e sul suo sostegno ai ribelli separatisti. Al Jazeera

L’Ucraina comincia il ritiro delle armi pesanti

L’Ucraina ha annunciato l’inizio del ritiro delle armi pesanti dalla linea del fronte nell’est separatista, in conformità con l’accordo di pace firmato con i ribelli a Minsk il 12 febbraio. In un comunicato dello stato maggiore dell’esercito, si legge che si comincerà con il ritiro dei cannoni, un primo passo verso “il ritiro delle armi pesanti che si farà sotto la sorveglianza dell’Osce”, l’Organizzazione per la cooperazione e la sicurezza in Europa.

L’esercito ha specificato di essere pronto a rivedere il calendario del ritiro in caso di attacchi da parte dei ribelli filorussi. Afp

Tra le armi 
L’esercito ucraino non ritirerà le armi se i ribelli non fermeranno gli attacchi

L’esercito ucraino ha fatto sapere che non comincerà il ritiro delle armi pesanti dalla linea del fronte nell’est del paese fino a quando i separatisti filorussi non fermeranno gli attacchi contro le postazioni governative. In base all’accordo di Minsk, entrato in vigore il 15 febbraio, le due parti hanno due settimane di tempo per ritirare l’artiglieria e i carri armati. Nel fine settimana esercito e ribelli avevano dichiarato di essere pronti ad avviare il ritiro.

Un portavoce dell’esercito ha detto che anche se negli ultimi giorni la violenza è diminuita, durante la notte i ribelli hanno colpito due volte le truppe governative. “Dato che le postazioni dei militari ucraini continuano a essere colpite, non si può ancora parlare del ritiro delle armi”. Reuters

I separatisti filorussi sarebbero pronti al ritiro delle armi pesanti in Ucraina

Un comandante dei separatisti filorussi in Ucraina ha dichiarato che i ribelli sono pronti a cominciare il processo di ritiro delle armi pesanti dal fronte. Lo riferisce l’agenzia russa Interfax. Un segno che i ribelli potrebbero prepararsi a fermare l’avanzata nell’est del paese come richiesto dall’accordo di pace firmato a Minsk il 12 febbraio. Le operazioni dovrebbero durare due settimane.

Nonostante il cessate il fuoco i combattimenti sono continuati, soprattutto nella città di Debaltseve, dove migliaia di soldati ucraini sono stati costretti ad abbandonare le loro postazioni lasciando la città in mano ai separatisti.

Il portavoce dell’esercito ucraino Andriy Lysenko ha affermato che non ci sono conferme sul fatto che i ribelli abbiano cominciato il ritiro delle armi.

Sabato 21 febbraio le forze governative e i ribelli hanno scambiato circa duecento prigionieri tra soldati e miliziani, in base a quanto previsto dall’accordo di Minsk, ma entrambi gli schieramenti si accusano di continuare a violare la tregua. Reuters

Gli Stati Uniti accusano la Russia di violare l’accordo di pace in Ucraina

Gli Stati Uniti hanno accusato la Russia di aver violato l’accordo di pace firmato a Minsk il 12 febbraio per mettere fine al conflitto nell’est dell’Ucraina. Il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ha detto che se continuerà a violare l’accordo “i costi per la Russia aumenteranno”.

La dichiarazione arriva dopo l’approvazione all’unanimità da parte del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di una risoluzione della Russia a sostegno del cessate il fuoco. L’ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu Samantha Power ha commentato che la Russia deve però ancora mostrare il suo impegno per la pace e soprattutto deve “smettere di armare i separatisti. Smettere di spedire centinaia di armi pesanti oltre il confine insieme alle sue truppe. Smettere di fingere di non fare quello che sta facendo”. L’ambasciatore russo Vitaly Churkin ha definito le sue parole “offensive”. Bbc

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu chiede di rispettare gli accordi di Minsk

Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha chiesto in una dichiarazione unanime ai combattenti nell’Ucraina orientale di “cessare immediatamente le ostilità”. I quindici paesi che ne fanno parte, tra cui la Russia, hanno anche chiesto di “rispettare gli accordi di Minsk”, in vigore dal 15 febbraio, facilitando l’ingresso agli osservatori dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa). Afp

Ribelli e governo ucraino non ritirano l’artiglieria dal fronte

Il 16 febbraio è scaduto il termine per il ritiro dell’artiglieria dal fronte nell’est dell’Ucraina, ma il governo ucraino e i separatisti filorussi non hanno cominciato l’operazione prevista dagli accordi siglati tra le parti a Minsk. Il governo ucraino ha dichiarato che non comincerà il ritiro fino a che non finirà l’assedio di Debaltseve. I leader politici di Germania, Ucraina e Russia hanno discusso al telefono della situazione durante la notte. Secondo fonti governative, si sarebbero accordati sul via libera all’ingresso degli osservatori dell’Osce a Debaltseve. Bbc

Via libera all’ingresso degli osservatori dell’Osce in Ucraina

La cancelliera tedesca Angela Merkel, il presidente russo Vladimir Putin, il presidente ucraino Petro Porošenko hanno trovato un accordo per permettere l’accesso agli osservatori dell’Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) in Ucraina. Afp

Violata la tregua nell’est dell’Ucraina

Continuano i combattimenti nell’est dell’Ucraina, a poco più di 24 ore dall’entrata in vigore della tregua tra esercito ucraino e separatisti filorussi. Diversi edifici sono stati danneggiati da colpi d’artiglieria a Popasna, a cinquanta chilometri da Debaltseve. Leggi

Ucraina, i ribelli filorussi non vogliono ritirarsi

I separatisti filorussi hanno dichiarato che non cominceranno a ritirare l’artiglieria pesante dall’est dell’Ucraina finché non ci sarà “un cessate il fuoco completo”. I ribelli accusano l’esercito di Kiev di aver bombardato l’aeroporto di Donetsk. Anche l’esercito ucraino ha dichiarato che non ritirerà l’artiglieria pesante e ha accusato i ribelli di aver violato la tregua. Afp

I leader del G7 esortano al rispetto dell’accordo di Minsk 

I leader del G7, il gruppo delle potenze economiche mondiali, il presidente del consiglio europeo Donald Tusk e quello della commissione europea Jean-Claude Juncker hanno fatto appello al “pieno rispetto” dell’accordo sulla crisi in Ucraina firmato il 12 febbraio a Minsk. Secondo un comunicato trasmesso dalla presidenza francese, i leader si sono detti pronti ad adottare delle sanzioni contro chi violerà il patto sul cessate il fuoco.

I paesi del G7 e i vertici dell’Unione europea, si legge nel comunicato, continuano a essere “preoccupati dalla situazione in Ucraina”. Afp

Le promesse di Minsk

L’accordo di Minsk può essere esaminato da quattro punti di vista: ucraino, russo, europeo e internazionale. L’Ucraina ha da tempo perso la Crimea, annessa dalla Russia, e nessuno gliela restituirà. Tuttavia Kiev ha evitato la prosecuzione di una guerra che l’avrebbe sfiancata indipendentemente dall’eventuale fornitura di armi da parte degli occidentali e soprattutto ritrova la sovranità su tutto il suo territorio (fatta eccezione per la Crimea) dopo averla sostanzialmente persa dalla scorsa primavera. Leggi

Cosa prevede il nuovo accordo sul cessate il fuoco in Ucraina

I leader di Ucraina, Russia, Germania e Francia al termine del vertice di Minsk, in Bielorussia, hanno trovato un accordo per rilanciare il processo di pace in Ucraina. Il patto è stato firmato anche dai separatisti filorussi. L’intesa ricalca quella firmata a settembre a Minsk e prevede tredici punti. Leggi

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