Non ha ottenuto il quorum la consultazione popolare del 17 aprile sull’estrazione di gas e petrolio in mare. I promotori chiedevano di votare sì per non rinnovare le concessioni alle piattaforme che si trovano a meno di 12 miglia nautiche dalla costa.
Raggiungere il quorum, in queste condizioni, sarebbe stato un miracolo. Dunque il referendum è sconfitto: ma con onore. Perché un terzo degli elettori ha risposto, nonostante tutto, ha voluto pronunciarsi sul futuro della politica energetica del paese. Ha mandato un segnale. Un governo serio dovrebbe tenerne conto. Leggi
Abbiamo a che fare con un presidente del consiglio che non solo si spende per l’astensione in questa circostanza, ma che, salvo la chiamata alle urne per il referendum confermativo della riforma costituzionale, ha fatto dell’astensione la propria rendita di posizione. Leggi
“Mi si nota di più se vengo o se non vengo?”. Almeno nel caso del referendum sulle trivelle il dilemma di Nanni Moretti troverà una soluzione salomonica. Saranno notati tutti, quelli che voteranno così come quelli che si asterranno. Leggi
Quando e dove si vota, cosa chiede il quesito referendario del 17 aprile. Dove si potrà richiedere la scheda elettorale, quando si sapranno i risultati, come possono votare gli italiani all’estero. Tutte le informazioni utili in vista del referendum di domenica. Leggi
Il referendum del 17 aprile riguarda l’estrazione di idrocarburi offshore entro le 12 miglia nautiche dalla costa. Dunque riguarda il futuro di 88 piattaforme oggi esistenti entro le 12 miglia. Sono in buona parte nell’Adriatico, un po’ nello Ionio e nel mare di Sicilia. Domande e risposte sulle ragioni del sì e del no. Leggi
A Taranto il fronte per il sì al referendum contro le trivelle è esteso: per gli abitanti della città, che devono affrontare ancora il futuro incerto dell’Ilva, il referendum è simbolico e rappresenta un modo per discutere delle politiche ambientali in uno dei poli industriali più importanti e inquinati del paese. Leggi
“Con noi le cose cambiano. Noi siamo diversi dal passato. La ministra Guidi non ha fatto nessun illecito, ha fatto solo una telefonata inopportuna ma si è dimessa, a differenza della ministra Cancellieri sotto il governo Monti: segno che in Italia qualcosa è cambiato”. Matteo Renzi dixit, dagli Stati Uniti dove oggi si è occupato di Libia ma fino a ieri sproloquiava, guarda un po’, di politica energetica. Altro che abilità comunicativa: sono parole che lasciano allibiti. Leggi
L’intenzione dei promotori del referendum del prossimo 17 aprile è chiara: fermare le trivellazioni e l’estrazione di petrolio e gas nei mari italiani, almeno entro il limite di 12 miglia nautiche che definisce le acque territoriali. Ma le questioni di fondo sono la politica energetica e industriale del paese e gli impegni assunti dall’Italia. Leggi
Le piattaforme si vedono benissimo dalla litoranea tra Ortona e Vasto, in Abruzzo. Quella chiamata Ombrina mare, sei chilometri dalla costa, e più giù quelle di Santo Stefano, che estraggono gas: e non si può proprio dire che si fondano in quel paesaggio di colline a picco sul mare, spiagge protette dalle falesie, scogliere da cui si protendono i trabocchi – costruzioni di legno piantate in acqua, collegate a terra con pontili. Leggi
Da qualche mese in Italia si parla del referendum contro le trivellazioni, promosso da nove consigli regionali, appoggiati da numerosi movimenti e associazioni ambientaliste tra cui il coordinamento No Triv. Il referendum si terrà il 17 aprile. Ecco cosa prevede e gli effetti che può avere. Leggi
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