La Commissione europea ha presentato una comunicazione per gli addebiti nei confronti dell’azienda russa Gazprom. La Gazprom è accusata di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato del gas nell’Europa centrale e orientale e di aver quindi violato le leggi antitrust europee.
L’azienda, secondo la Commissione, ha praticato una politica dei prezzi sleale in cinque stati membri (Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia) e ha ostacolato la concorrenza sul mercato della fornitura di gas in otto stati membri (Bulgaria, Repubblica Ceca, Estonia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia).
La Gazprom ha dodici giorni di tempo per rispondere alla comunicazione della Commissione europea e può anche chiedere un’udienza formale. L’azienda ha respinto le accuse e ha dichiarato che rispetta tutte le leggi sulla concorrenza.
La commissione dell’Unione europea per la concorrenza formulerà domani delle accuse formali nei confronti dell’azienda di stato russa Gazprom. La Gazprom è sospettata di aver abusato della sua posizione dominante nel mercato del gas, ricattando i paesi dell’Europa centrale che dipendono dalle sue forniture e danneggiando i suoi rivali.
L’indagine era stata avviata nel 2012, dopo una perquisizione negli uffici della compagnia. In caso di un mancato accordo tra Unione europea e Gazprom, l’azienda rischia di pagare una multa fino al 10 per cento del suo fatturato, secondo le stime pari a circa 14,3 milioni di dollari.
Le relazioni diplomatiche tra la Russia e l’Unione europea sono già tese, in particolare dopo la crisi ucraina e l’annessione della Crimea a Mosca a marzo 2014. Margrethe Vestager, la commissaria europea per la concorrenza, ha dichiarato che il caso non ha motivazioni politiche.
Oggi ad Atene il primo ministro greco Alexis Tsipras incontra l’amministratore delegato della Gazprom, Alexei Miller, per discutere di “questioni energetiche di interesse comune”. Lo ha annunciato il ministro dell’energia greco, che però non ha commentato la notizia secondo cui la Gazprom, la più grande azienda energetica russa, potrebbe concedere fino a cinque miliardi di euro alla Grecia in cambio di un patto per estendere la linea del suo gasdotto Turkish stream. L’iniezione di tali capitali potrebbe essere cruciale per Atene, che sta lottando contro il rischio di insolvenza. Gli analisti in realtà sono scettici che questo possa accadere, perché il gasdotto non sarà in funzione prima del 2019 e la Turchia e Mosca non hanno ancora raggiunto un accordo.
Il progetto prevede che la Russia possa rifornire di gas la Turchia attraverso il mar Nero, in alternativa al gasdotto South stream, la cui realizzazione è stata annullata nel dicembre del 2014 dopo che l’Unione europea ha espresso la volontà di non sostenere il progetto.
La svolta nazionalista di Mosca ha travolto anche il movimento di opposizione nato nelle città, distruggendo la speranza di un futuro democratico per il paese. Leggi
La tensione nella parte orientale del paese potrebbe presto rendere inevitabile un intervento dell’esercito russo, che Mosca pagherebbe a caro prezzo. Leggi
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati