“Era l’ottobre del 2005 e in Pakistan c’era stato un terremoto devastante”, dice Jewel Samad. “Ho visto un uomo che giaceva a terra e ho cominciato a fotografarlo, poi ho visto che un ragazzino fissava il mio obiettivo. Era il figlio e piangeva perché non poteva fare nulla per aiutare suo padre”. Leggi
“Eravamo a Lesbo, tre giorni dopo il naufragio di un barcone proveniente dalla Turchia”, dice Aris Messinis. “Un pescatore ci ha detto che c’era un bambino morto ai piedi di una scogliera, in un posto difficile da raggiungere. Dopo lo shock iniziale abbiamo cominciato a scattare, come facciamo ogni giorno per coprire le notizie”. Leggi
Durante una protesta a Jakarta, il 20 giugno 1996, John MacDougall fotografa un poliziotto mentre sta dando un calcio in faccia a un uomo. Dopo sei mesi, a sua insaputa, una grande banca ha usato il suo scatto per una campagna pubblicitaria. Leggi
“Ero a Sirte e il regime di Gheddafi era appena caduto. Una decina di ribelli erano in preda alla concitazione e stavano guardando un video”, racconta Philippe Desmazes. “Mi sono avvicinato e ho visto sullo schermo di una telecamera il volto di Gheddafi tumefatto e stravolto. Ho cominciato a scattare a raffica, quella foto poi ha fatto il giro del mondo”. Leggi
Il 29 ottobre del 2004 due elicotteri dell’esercito giordano atterrano a Ramallah per portare in Giordania e poi a Parigi il presidente palestinese Yasser Arafat, che aveva bisogno di cure urgenti. Andersen racconta com’è riuscito a scattare la storica foto del leader dell’Olp, l’ultima volta che è stato visto vivo in pubblico. Leggi
“Era il giugno del 1978 e io avevo iniziato a collaborare all’Afp”, dice Joël Robine. “Mi telefonano e mi dicono di andare a Neauphle-le-Château per fotografare l’ayatollah Khomeini. E io mi chiedo: ma chi diavolo sarà questo tipo”. Leggi
Monrovia, Liberia, 1996. Durante la sanguinosa guerra civile alcuni fotografi si imbattono in un gruppo di uomini armati che ha catturato un nemico. “Siamo rimasti nelle vicinanze a scattare foto, perché di solito i combattenti si trattenevano di fronte ai giornalisti”, dice Christophe Simon dell’Afp. Ma dopo è successo qualcosa di imprevisto, e ne è nata una foto che, pubblicata dal New York Times, ha contribuito a risvegliare l’interesse del mondo verso un conflitto africano dimenticato. Leggi
Il 17 dicembre 1996 a Lima, in Perù, quattordici guerriglieri del movimento Tupac Amaru (Mrta) prendono in ostaggio seicento persone invitate a una festa nella residenza ufficiale dell’ambasciatore del Giappone. Il fotoreporter cileno Pedro Ugarte segue la vicenda e riesce a ritrarre uno dei Tupac Amaru, appostato dietro una finestra, con il volto nascosto dalla bandiera del movimento. La settimana dopo la fotografia è in copertina su Newsweek. Leggi
Maribor, Slovenia, 1999. Il fotografo Gabriel Bouys dell’Agence France-Presse (Afp) lavora da poco a Roma e per la prima volta segue un viaggio del papa. È in difficoltà rispetto a colleghi più esperti di riti e codici della chiesa. Poi accade qualcosa. E Bouys scatta una fotografia di Giovanni Paolo II che rimarrà nella storia. Leggi
Patrick Baz è riuscito a raccontare la guerra da un punto di vista particolare. “Era il febbraio 2010. Ero con la compagnia Charlie 1/3 dei marines e durante un’offensiva statunitense contro la città afgana di Marjah, il convoglio salta su una mina”. È notte, un soldato rimane ferito, e Baz riesce a realizzare uno scatto che senza la tecnologia non sarebbe stato possibile. Leggi
“Era l’aprile del 1999, durante la più grave crisi umanitaria dopo la seconda guerra mondiale”. Nel campo profughi di Stenkovac, in Macedonia, c’erano centinaia di migliaia di kosovari. Il fotoreporter dell’Agence France-Presse Mladen Antonov cercava un nuovo punto di vista per raccontare la loro situazione disperata. E decise di fotografare le mani che attraversavano la recinzione del campo. Il suo scatto fece il giro del mondo e divenne un’immagine simbolica del fotogiornalismo di guerra. Leggi
Il fotografo François-Xavier Marit racconta la storia di un suo scatto che ha rivoluzionato il modo di fotografare i campioni di nuoto dentro l’acqua. Leggi
“Nel giugno del 2004 ero nel Darfur del nord. Stavo camminando nel campo profughi. All’improvviso un uomo anziano è comparso e ha cominciato a tirarmi dalla camicia”. Marco Longari è un fotografo dell’Agence France-Presse. In questo video racconta la storia di una sua foto, scattata in Darfur, in cui ritrae il funerale di un bambino morto di malnutrizione, poi pubblicata da molti giornali internazionali. Leggi
“In Siria è meglio non fidarsi di nessuno. Molti miei amici sono stati rapiti e alcuni sono stati uccisi”. Bülent Kiliç è un fotografo dell’Agence France-Presse (Afp). In questo video racconta la storia di una sua foto, scattata a Kobane, in cui ritrae un cecchino curdo che guarda la città distrutta. Leggi
Inserisci email e password per entrare nella tua area riservata.
Non hai un account su Internazionale?
Registrati