Vittime palestinesi nella Striscia di Gaza. (Mohammed Abed, Afp)

Secondo le autorità di Hamas e alcune testimonianze, l’esercito israeliano ha colpito il 10 novembre una scuola e alcuni ospedali nella città di Gaza, occupati da pazienti e civili in fuga dai combattimenti.

Tredici persone sono morte in un bombardamento dell’ospedale Al Shifa, il più grande della Striscia di Gaza, hanno affermato le autorità di Hamas e il direttore della struttura, Mohammed Abu Salmiya. Il direttore ha aggiunto che “altri cinquanta corpi sono arrivati dopo il bombardamento di una scuola a Gaza”.

“I carri armati israeliani stanno assediando quattro ospedali nei quartieri occidentali di Gaza, mettendo in pericolo migliaia di pazienti e sfollati che si sono rifugiati all’interno”, ha dichiarato il 10 novembre il ministero della salute di Hamas.

La Mezzaluna rossa palestinese ha affermato che il 10 novembre i cecchini israeliani hanno aperto il fuoco contro l’ospedale Al Quds, uccidendo almeno una persona.

L’esercito israeliano non ha reagito immediatamente a queste affermazioni, ma la sera del 9 novembre aveva annunciato che una delle sue unità stava conducendo un’operazione vicino all’ospedale Al Shifa.

Coperte dall’aviazione, “le truppe di terra stanno conducendo un’operazione in un quartiere adiacente all’ospedale Al Shifa, nella città di Gaza, che ospita il centro di comando di Hamas”, ha affermato l’esercito israeliano.

Il destino della Striscia di Gaza
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Intanto, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha affermato che Israele non punta ad “amministrare o occupare” la Striscia di Gaza al termine della guerra con Hamas (Israele ha ritirato unilateralmente soldati e coloni nel 2005, mettendo fine a trentott’anni di occupazione).

Il 10 novembre Philippe Lazzarini, il capo dell’Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, ha chiesto la fine della “carneficina” nella Striscia di Gaza: “Radere al suolo interi quartieri non è una risposta ai crimini commessi da Hamas. Al contrario, crea una nuova generazione di palestinesi disperati, che probabilmente alimenteranno il ciclo della violenza”.

Secondo il ministero della salute di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora 11.078 vittime, tra cui 4.506 bambini.

L’attacco senza precedenti di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato la morte di più di 1.400 persone in Israele, secondo le autorità israeliane. Hamas – considerato un gruppo terroristico da Israele, Stati Uniti e Unione europea – ha inoltre preso in ostaggio più di duecento persone.

Bombardamenti lungo il percorso

Secondo il governo statunitense, Israele ha accettato il 9 novembre di fare delle pause umanitarie quotidiane per permettere ai civili di fuggire dal nord della Striscia di Gaza.

Il 5 novembre l’esercito israeliano aveva aperto un “corridoio” per i civili, ma i palestinesi hanno riferito di continui bombardamenti lungo il percorso, usato comunque da circa centomila persone negli ultimi tre giorni, secondo l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha).

Centinaia di migliaia di profughi sono attualmente ammassati nella parte sud della Striscia di Gaza, in condizioni disastrose.

Il territorio è sottoposto dal 9 novembre a un “assedio totale”, che priva gli abitanti di acqua, cibo ed elettricità.

Secondo l’Ocha, 1,6 milioni di persone su una popolazione totale di 2,4 milioni sono state costrette a lasciare le loro case.

Il 10 novembre è prevista una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sul conflitto tra Israele e Hamas, e sulla situazione umanitaria nella Striscia di Gaza.