L’industria del petrolio e del gas deve prendere “decisioni difficili adesso” per accelerare la transizione verso le fonti rinnovabili e ridurre le emissioni di gas serra, ha affermato il 23 novembre l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea), a una settimana dall’inizio della Conferenza delle Nazioni Unite sul clima (Cop28).
“Deve decidere se vuole aggravare la crisi climatica o contribuire a risolvere il problema”, si legge in un rapporto speciale dedicato all’industria dei combustibili fossili.
In un momento in cui la crisi climatica sta peggiorando, soprattutto a causa del consumo di combustibili fossili, gli esperti della Iea spiegano cosa dovrebbe fare l’industria per aiutare il mondo a centrare l’obiettivo più ambizioso dell’accordo di Parigi, cioè limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi rispetto all’era preindustriale.
Per rispettarlo, le aziende del settore dovrebbero dedicare il 50 per cento della loro spesa per investimenti nelle fonti rinnovabili entro il 2030, da aggiungere alla cifra necessaria per ridurre le loro emissioni.
La strada è ancora lunga: nel 2022 le aziende hanno investito circa venti miliardi di dollari (18,3 miliardi di euro) nell’energia pulita, che corrispondono al 2,5 per cento della loro spesa per investimenti, secondo i dati della Iea.
“La Cop28 di Dubai rappresenta un momento cruciale per l’industria del petrolio e del gas”, ha affermato Fatih Birol, direttore esecutivo della Iea, nella presentazione del rapporto.
“Il settore deve prendere decisioni difficili adesso”, ha aggiunto, mentre proprio quest’anno aziende come Bp, Shell e Enel hanno annunciato una revisione al ribasso di alcuni dei loro obiettivi di transizione energetica.
“Se i governi continueranno a disinteressarsi del problema, lasciando mano libera alle aziende petrolifere, a rimetterci sarà l’umanità”, ha dichiarato Kaisa Kosonen di Greenpeace international.
Finestre di opportunità
Per azzerare le emissioni nette di anidride carbonica entro il 2050, un passo necessario per rispettare l’accordo di Parigi, la Iea stima che il consumo di petrolio e gas debba ridursi del 75 per cento.
“Attualmente la riduzione della domanda è abbastanza forte da permettere di rinunciare a nuovi progetti a lungo termine nel petrolio e nel gas”, si legge nel rapporto.
“Per il settore si aprono importanti finestre di opportunità, a patto che sia pronto ad attuare cambiamenti radicali”.
L’appello della Iea non è rivolto solo alle grandi aziende private, ma anche a quelle statali, controllate interamente o parzialmente dai governi.
Secondo Birol, affrontare la crisi climatica significa anche “liberarsi dall’illusione che la cattura di grandi quantità di carbonio dall’atmosfera possa essere la soluzione”.
“Le aziende devono fare ordine in casa loro e ridurre le emissioni del 60 per cento entro il 2030”, si legge nel rapporto. “La strategia di ogni singola azienda per la transizione energetica può e deve includere un piano di riduzione delle emissioni”.
La Iea inoltre consiglia alle aziende di puntare sulla riduzione delle emissioni di metano, che può essere ottenuta “a costi bassi”.