Il governo argentino guidato dall’ultraliberista Javier Milei ha annunciato il 12 dicembre una serie di misure drastiche, tra cui una svalutazione del peso di più del 50 per cento e tagli ai sussidi nei settori dei trasporti e dell’energia, per stabilizzare un’economia caratterizzata da debito cronico e iperinflazione.
Cancellazione dei progetti infrastrutturali, rinuncia a rinnovare i contratti pubblici di durata inferiore a un anno e riduzioni drastiche nel numero dei ministeri e degli alti funzionari: le misure di “emergenza” annunciate dal ministro dell’economia Luis Caputo puntano a contrastare “la catastrofe dell’iperinflazione” che minaccia la terza economia dell’America Latina.
Kristalina Georgieva – direttrice del Fondo monetario internazionale (Fmi), che sta aiutando l’Argentina a rimborsare un prestito da 44 miliardi di dollari concesso nel 2018 – ha descritto le misure di austerità come “un passo importante verso il ritorno della stabilità nel paese”.
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Il peso, la valuta locale, che gli esperti considerano nettamente sopravvalutato, passerà da quasi quattrocento a ottocento per un dollaro. L’obiettivo finale di Milei è di “dollarizzare” l’economia argentina, perché secondo lui i cittadini “hanno già scelto il dollaro per i loro risparmi e le loro transazioni”.
La misura, che entrerà in vigore il 13 dicembre, avrà un impatto negativo, almeno nell’immediato, sul potere d’acquisto degli argentini, con il 40 per cento della popolazione che vive già al di sotto della soglia di povertà.
“La svalutazione, più ampia del previsto, avrà ripercussioni significative sull’inflazione”, ha dichiarato all’Afp Nicolás Saldías, analista dell’Economist intelligence unit.
“Rischiamo di precipitare nella povertà”, ha dichiarato Gabriel Álvarez, un insegnante di 57 anni.
Sono poi previsti tagli ai sussidi nei settori dei trasporti e dell’energia, ha annunciato Caputo, senza fornire ulteriori dettagli. “Attualmente lo stato mantiene artificialmente i prezzi bassi grazie ai sussidi, che però causano una serie di effetti negativi”, ha dichiarato.
La misura avrà conseguenze dirette sulla vita quotidiana di milioni di argentini, soprattutto nella capitale Buenos Aires, dove i trasporti pubblici son0 molto economici.
“Non possono tagliare i sussidi, almeno nei trasporti”, ha dichiarato Martín Carrascal, uno studente di 19 anni. “Le persone hanno bisogno di spostarsi e non possono permettersi aumenti”.
“Per qualche mese staremo peggio di prima, ma queste misure sono inevitabili”, ha affermato Caputo.
Il numero dei ministeri è stato ridotto da diciotto a nove, mentre quello dei segretariati e delle direzioni generali scenderà da 106 a 54, innescando “una riduzione del 34 per cento degli alti funzionari pubblici”, ha dichiarato il ministro.
“I soldi sono finiti”
“I nostri problemi dipendono dal debito cronico”, ha affermato Caputo, aggiungendo che per la prima volta, votando per Milei, gli argentini sembrano aver capito che “i soldi sono finiti”.
Lo stato, inoltre, rinuncerà a nuovi progetti infrastrutturali e cancellerà quelli non ancora avviati. “Dovrà occuparsene il settore privato”, ha spiegato Caputo.
Per limitare le conseguenze delle misure di austerità per la popolazione, Caputo ha annunciato il mantenimento dei principali programmi sociali, tra cui quello che contribuisce all’accesso al lavoro, e il rafforzamento dei sussidi per chi ha veramente bisogno. Per esempio, le “carte alimentari” (buoni d’acquisto per le persone svantaggiate) aumenteranno del 50 per cento e l’assegno familiare universale sarà raddoppiato.
Nel suo discorso d’insediamento del 10 dicembre, Milei ha avvertito che “nel breve periodo le cose peggioreranno”, ma che le misure di austerità permetteranno di riportare sotto controllo l’inflazione, attualmente al 143 per cento su base annua. Secondo lui ci vorranno “diciotto-ventiquattro mesi”.