Almeno undici persone sono morte e 88 sono rimaste ferite il 18 dicembre a Conakry, la capitale della Guinea, in un incendio causato dall’esplosione del principale deposito di carburante del paese, che ha costretto le autorità a chiudere scuole e uffici.
L’esplosione si è verificata poco dopo la mezzanotte in un deposito di carburante gestito dall’azienda petrolifera statale nel quartiere Kaloum, vicino al porto.
“Otto corpi carbonizzati sono stati portati all’obitorio dell’ospedale Ignace Deen”, ha dichiarato all’Afp un responsabile della struttura.
“Decine di feriti sono stati ricoverati nei due principali ospedali di Conakry, Ignace Deen e Donka”, ha dichiarato all’AFP Mamadouba Sylla, un chirurgo che lavora all’ospedale Donka.
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Dansa Kourouma, presidente del Consiglio nazionale di transizione (Cnt), l’organo legislativo istituito dalla giunta militare al potere dal 2021, ha confermato che l’incendio ha causato “la perdita di vite umane e molti danni”.
“In attesa che l’inchiesta stabilisca le cause dell’incendio, invito il popolo della Guinea alla solidarietà e alla preghiera”, ha affermato il capo della giunta Mamadi Doumbouya sulla sua pagina Facebook.
Il governo ha annunciato la chiusura delle scuole e ha chiesto ai lavoratori del settore pubblico e privato di restare a casa.
Posti di blocco
L’area intorno al porto è stata isolata dalle forze di sicurezza con una serie di posti di blocco.
Nel corso della notte una parte degli abitanti ha abbandonato la zona dell’esplosione, mentre altri sono rimasti rintanati nelle loro case.
Nel settembre 2021 i militari hanno destituito il presidente Alpha Condé, al potere dal 2010.
Il capo della giunta Doumbouya, sottoposto a forti pressioni internazionali, si è impegnato a restituire il potere ai civili entro gennaio del 2025.