Il 17 gennaio il Pakistan ha accusato l’Iran di aver condotto un raid aereo sul suo territorio che ha causato la morte di due bambini. Nei giorni scorsi Teheran aveva effettuato raid simili anche in Iraq e in Siria.
Il Pakistan ha definito “inaccettabile” il raid, condotto la sera del 16 gennaio vicino al confine tra i due paesi.
L’agenzia di stampa iraniana Mehr ha affermato che il raid, deciso in risposta a una minaccia per la sicurezza dell’Iran, ha permesso di distruggere il quartier generale pachistano del gruppo jihadista Jaish al Adl (Esercito della giustizia).
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Nato nel 2012, negli ultimi anni il gruppo ha compiuto diversi attacchi in territorio iraniano.
A dicembre ha rivendicato un attacco a una stazione di polizia a Rask, nella provincia iraniana del Sistan e Belucistan, in cui sono rimasti uccisi undici poliziotti.
Secondo alcuni mezzi d’informazione pachistani, il raid iraniano è avvenuto vicino a Panjgur, nella provincia sudoccidentale del Belucistan.
“Questa violazione della sovranità del Pakistan è del tutto inaccettabile e potrebbe avere gravi conseguenze”, ha affermato il ministero degli esteri pachistano in un comunicato. “L’attacco ha causato la morte di due bambini innocenti, mentre tre ragazze sono rimaste ferite”.
Il Pakistan ha convocato l’ambasciatore iraniano a Islamabad per denunciare “una violazione inammissibile del suo spazio aereo”.
“Non ci poniamo limiti quando si tratta di difendere i nostri interessi nazionali e la sicurezza della nostra popolazione”, ha dichiarato il ministro della difesa iraniano Mohammad-Reza Ashtiani.
Il 15 gennaio l’Iran aveva condotto un raid alla periferia di Erbil, capoluogo del Kurdistan iracheno, contro un presunto quartier generale dei servizi segreti israeliani. Lo stesso giorno Teheran aveva colpito obiettivi del gruppo Stato islamico in Siria.
Gli episodi degli ultimi giorni sono legati all’aumento delle tensioni nella regione a causa del conflitto nella Striscia di Gaza.