L’Ucraina ha rivendicato un attacco compiuto la mattina del 19 gennaio contro un deposito petrolifero nella regione russa di Brjansk, che alcune ore dopo l’offensiva era ancora avvolto dalle fiamme.
Una fonte dei servizi segreti militari ucraini ha dichiarato all’Afp che l’attacco è stato condotto con un drone.
La fonte ha aggiunto che i droni ucraini hanno preso di mira anche una fabbrica di polvere da sparo nella regione russa di Tambov, a quasi cinquecento chilometri dal confine, ma non ha saputo dire con quale esito.
“I terroristi ucraini hanno attaccato con un drone un deposito petrolifero a Klincy”, ha affermato su Telegram il governatore della regione di Brjansk, Aleksandr Bogomaz. “Il drone è stato neutralizzato dalle difese antiaeree, ma ha sganciato una munizione sul deposito”.
Klincy, che ha 60mila abitanti, si trova a settanta chilometri dal confine ucraino.
Bogomaz ha aggiunto che l’attacco ha causato un grande incendio ma nessuna vittima. Il deposito apparteneva al gruppo petrolifero statale Rosneft.
Il 18 gennaio Kiev aveva rivendicato un attacco a un deposito petrolifero nella regione di Leningrado, nel nordovest della Russia, a quasi mille chilometri dal confine ucraino.
Atti di sabotaggio
Il presidente russo Vladimir Putin ha più volte garantito che la guerra in Ucraina non avrebbe avuto conseguenze sulla vita quotidiana della popolazione.
Ma nelle ultime settimane l’Ucraina, in risposta a una campagna di bombardamenti sul suo territorio e in vista delle elezioni presidenziali russe a marzo, ha intensificato gli attacchi con droni e missili in territorio russo, soprattutto nella regione di Belgorod.
Kiev ha anche rivendicato una serie di atti di sabotaggio in territori russi molto distanti dalla linea del fronte, perfino in Siberia.