Il consiglio costituzionale del Senegal ha pubblicato la lista definitiva dei venti candidati che potranno presentarsi alle elezioni presidenziali del 25 febbraio. Mancano due oppositori di primo piano: Ousmane Sonko, attualmente in prigione, e Karim Wade, figlio dell’ex capo dello stato Abdoulaye Wade.
Ci sono invece il primo ministro Amadou Bâ, candidato del partito al potere, e gli ex capi di governo Idrissa Seck e Mahammed Boun Abdallah Dionne.
In lista c’è anche Bassirou Diomaye Diakhar Faye, 43 anni, esponente del partito di Sonko, il Pastef, che è stato sciolto per ordine delle autorità lo scorso luglio. Anche Faye è rinchiuso in prigione per “oltraggio a un magistrato”, ma a differenza di Sonko non è stato ancora condannato.
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Sonko, al centro di un braccio di ferro con le autorità in corso da più di due anni e all’origine di gravi violenze, è stato invece escluso. È molto popolare tra i giovani per la sua retorica panafricanista e per le sue invettive contro la corruzione dello stato, le multinazionali e l’ex potenza coloniale francese, e per questo sarebbe stato tra i favoriti.
Il 4 gennaio Sonko è stato condannato per “diffamazione” a una pena detentiva di sei mesi con la condizionale e dichiarato ineleggibile per cinque anni.
Nel giugno scorso era stato condannato a due anni di prigione per adescamento di una minorenne, e in seguito era stato incriminato per incitamento a un’insurrezione, associazione a delinquere con l’aggravante del terrorismo e attentato alla sicurezza dello stato.
Sonko sostiene di essere vittima di un complotto politico.
Karim Wade è stato invece escluso per la doppia nazionalità francese e senegalese.
In base alla costituzione senegalese, i candidati “devono essere esclusivamente senegalesi e godere dei diritti civili e politici”.
Secondo il consiglio costituzionale, Wade ha formalizzato la rinuncia alla cittadinanza francese troppo tardi rispetto alle scadenze elettorali.
Wade, che nel 2015 era stato condannato a sei anni di prigione per arricchimento illecito per poi essere graziato dal presidente Macky Sall l’anno successivo, ha reagito sul social network X denunciando “una decisione scandalosa” e annunciando ricorso presso la giustizia internazionale.
La lista definitiva dei candidati comprende anche due donne, l’imprenditrice Anta Babacar Ngom, e la ginecologa e attivista Rose Wardini.
Alle elezioni presidenziali del 2019, vinte da Sall, i candidati erano solo cinque. Sall, al potere dal 2012, ha rinunciato a candidarsi per un terzo mandato.