Il parlamento europeo e gli stati dell’Unione europea hanno raggiunto il 6 febbraio un accordo su una direttiva per combattere le violenze contro le donne che punisce le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati e la diffusione di immagini intime.
Tuttavia, i deputati europei hanno contestato il mancato inserimento nella direttiva del reato di stupro, a causa dell’opposizione di alcuni stati.
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha accolto con favore l’accordo su un testo “che protegge le donne in tutti i paesi dell’Unione europea e nel ciberspazio”.
La direttiva, che apre la strada a sanzioni armonizzate nei ventisette paesi dell’Unione europea, punisce le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati, la diffusione non consensuale di immagini intime, il ciberbullismo e l’incitamento all’odio e alla violenza online.
“L’Unione europea si sta finalmente occupando di violenze contro le donne”, ha affermato l’eurodeputata irlandese Frances Fitzgerald, una delle negoziatrici della direttiva, aggiungendo però di essere “profondamente delusa” per il mancato inserimento del reato di stupro.
Nel corso dei negoziati non è stato raggiunto un consenso sulla definizione giuridica di stupro.
L’articolo 5 della bozza di direttiva presentata dalla Commissione europea l’8 marzo 2022 prevedeva una definizione di stupro basata sull’assenza di consenso.
Ma alcuni stati, tra cui la Francia, la Germania e l’Ungheria, si sono opposti all’inserimento del reato di stupro nella direttiva, sostenendo che l’Unione europea non fosse competente in materia e che il testo sarebbe stato oggetto di ricorsi.
“Il fatto che non siano menzionati gli stupri è una vergogna per la Francia e una sconfitta per i diritti delle donne in Europa”, ha dichiarato l’eurodeputato francese Raphaël Glucksmann.
Svezia e Francia
Dodici ong, tra cui Amnesty international e Human rights watch, hanno accusato gli stati contrari all’inserimento del reato di stupro di “nascondersi dietro a interpretazioni giuridiche restrittive delle competenze dell’Unione europea”.
La definizione di stupro varia da un paese all’altro. La Svezia, per esempio, considera stupro qualsiasi atto sessuale compiuto senza consenso esplicito. In Francia, invece, lo stupro comporta la penetrazione sessuale o il sesso orale compiuti su una persona con violenza, coercizione, minaccia o sorpresa.
Secondo Parigi e Berlino, il reato di stupro non richiede un’armonizzazione a livello europeo perché non ha la necessaria dimensione transfrontaliera, un’affermazione contestata dal parlamento europeo e dalla Commissione.
L’accordo raggiunto il 6 febbraio dovrà essere approvato dal parlamento europeo e dal consiglio. A quel punto gli stati membri avranno tre anni di tempo per attuare la direttiva.