Quasi cinquecento leader della banda criminale Mara salvatrucha (Ms-13), accusati di centinaia di omicidi, hanno partecipato l’8 febbraio a un’udienza virtuale del loro processo di massa.
Il tribunale, che ha sede nella capitale San Salvador, ha organizzato un collegamento in videoconferenza con dieci prigioni del paese.
La procura ha affermato sul social network X che “i 492 leader dell’Ms-13 sotto processo sono accusati di aver compiuto 37.402 reati tra il 2012 e il 2022”.
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“In particolare, sono accusati di aver compiuto più di cinquecento omicidi, oltre a sequestri, estorsioni e traffico di droga, armi ed esseri umani”, ha dichiarato Max Muñoz, vicedirettore dell’ufficio della procura che si occupa di lotta alla criminalità organizzata.
Muñoz ha aggiunto che gli imputati dovranno anche rispondere di “ribellione contro lo stato del Salvador”, in quanto “uno dei loro obiettivi era controllare fisicamente una parte del territorio”.
La sentenza è prevista per il 9 febbraio, ha dichiarato su X il procuratore generale Rodolfo Delgado.
Il 4 febbraio il presidente Nayib Bukele, noto per la sua guerra alle bande criminali, ha affermato di essere stato rieletto per un secondo mandato “con più dell’85 per cento dei voti”.
Il presidente ha promesso di prolungare lo stato d’emergenza, in vigore dal 2022, che consente arresti senza mandato e di schierare l’esercito nelle strade.
Grazie a questo regime speciale, circa 75mila persone sono state arrestate negli ultimi due anni. Più di dodicimila affiliati alle bande Ms-13 e Barrio 18 sono attualmente detenuti in condizioni molto rigide in un’enorme prigione da quarantamila posti.
“Oggi il nostro paese, un tempo il più pericoloso del mondo, è il più sicuro del continente americano”, ha affermato Bukele dopo la vittoria alle presidenziali.
Il tasso di omicidi è passato da 87 per centomila abitanti nel 2019 a 2,4 per centomila abitanti nel 2023. Gli omicidi attribuibili alle maras, le bande criminali, sono scesi da più di ottocento nel 2019 a 57 nel 2023, secondo l’ong Armed conflict location and event data project (Acled).
Le organizzazioni per i diritti umani contestano però la misura dello stato d’emergenza, sostenendo che abbia portato ad arresti arbitrari, atti di tortura e decessi in prigione.
“Abbiamo molti dubbi anche su questo processo di massa, perché la responsabilità dovrebbe essere individuale”, ha affermato Miguel Montenegro, coordinatore dell’ong Commissione dei diritti umani.