Alcuni agenti controllano una stazione di polizia incendiata il giorno prima a Port-au-Prince, Haiti, il 6 marzo 2024. (Clarens Siffroy, Afp)

Il 7 marzo le autorità di Haiti hanno prorogato di un mese lo stato di emergenza nella capitale Port-au-Prince, in un momento in cui il paese caraibico sta affrontando un’ondata di violenza da parte delle bande criminali.

Il controllo di ampie zone della capitale è nelle mani delle bande. Il 3 marzo, dopo che le gang avevano attaccato le carceri causando la fuga di migliaia di detenuti, il governo aveva dichiarato un primo stato d’emergenza.

Il 7 marzo è stato decretato un nuovo coprifuoco notturno, che sarà in vigore fino all’11 marzo, dalle 18 alle 5 del mattino nel dipartimento dell’Ouest. “Lo stato di emergenza è stato prorogato per un mese e il coprifuoco sarà applicato se necessario”, ha assicurato una fonte governativa all’Afp.

Il 6 marzo una stazione di polizia a Port-au-Prince è stata data alle fiamme, ha dichiarato all’Afp Lionel Lazarre, coordinatore generale del Syndicat national de policiers haïtiens (Synapoha), ma i poliziotti hanno avuto il tempo di scappare prima dell’attacco. Secondo Lazarre, l’attacco era stato pianificato fin dallo scorso fine settimana.

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I gruppi armati, che controllano le strade che da Port-au-Prince portano al resto del paese, negli ultimi giorni hanno attaccato alcuni siti strategici. Secondo una stima di Synapoha, dall’inizio degli attacchi sono stati distrutti dieci edifici della polizia e sono state assaltate due prigioni, in modo da consentire l’evasione dei detenuti.

Un potente leader criminale, Jimmy Chérizier detto “Barbecue”, ha avvertito che se il primo ministro Ariel Henry non si dimetterà e se la comunità internazionale continuerà a sostenerlo, il paese si avvierà “verso una guerra civile che porterà al genocidio”.

Henry era all’estero quando sono scoppiate le violenze e non è ancora riuscito a tornare ad Haiti a causa delle condizioni di sicurezza intorno all’aeroporto internazionale.