Le emissioni globali di metano legate all’industria dei combustibili fossili, dovute principalmente alle perdite negli impianti, sono rimaste a livelli molto alti nel 2023, malgrado esistano soluzioni efficaci, ha affermato il 13 marzo l’Agenzia internazionale dell’energia (Iea) nel suo rapporto annuale Global methane tracker.
“La produzione di energia legata al petrolio, al gas e al carbone ha prodotto circa 120 milioni di tonnellate di emissioni di metano nel 2023, una cifra in leggero aumento rispetto al 2022”, ha dichiarato la Iea, che tuttavia prevede una riduzione in tempi rapidi, considerando gli impegni presi dai governi alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28.
Il metano, che è il gas serra più importante dopo l’anidride carbonica, viene rilasciato dai gasdotti, dalle miniere di carbone e dagli impianti a gas, ma anche dagli allevamenti, dalle risaie e dai rifiuti. Ogni anno si emettono circa 580 milioni di tonnellate di metano, di cui il 60 per cento è legato alle attività umane e quasi un terzo alle zone umide naturali.
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Il gas, più potente dell’anidride carbonica ma con una permanenza nell’atmosfera più breve (circa dieci anni), è responsabile di circa il 30 per cento del riscaldamento globale. Ridurre le emissioni di metano potrebbe quindi avere un forte impatto a breve termine nella lotta alla crisi climatica.
Secondo il rapporto della Iea, l’anno scorso le emissioni di metano dell’industria dei combustibili fossili sono rimaste vicine al record stabilito nel 2019, e molto lontane dalla riduzione del 75 per cento entro il 2030 necessaria per evitare un aumento della temperatura media globale superiore a 1,5 gradi, un obiettivo fissato dall’accordo di Parigi.
“Non c’è motivo per cui queste emissioni siano ancora così alte”, ha dichiarato Tim Gould, capo economista della Iea.
“Nel 2023 le aziende avrebbero potuto evitare il 40 per cento di queste emissioni a costo zero, dato che il valore del metano catturato e commercializzato era superiore alla spesa necessaria per tappare le falle”, si legge nel rapporto della Iea.
“Ridurre le emissioni del 75 per cento costerebbe circa 170 miliardi di dollari, una cifra che corrisponde a meno del 5 per cento dei ricavi dell’industria dei combustibili fossili nel 2023”, ha aggiunto la Iea.
“Circa due terzi delle emissioni di metano dell’industria dei combustibili fossili sono prodotte in dieci paesi”, ha sottolineato Christophe McGlade, un esperto della Iea. “La Cina è di gran lunga il principale emettitore di metano dal carbone, mentre gli Stati Uniti sono in testa per il metano dal petrolio e dal gas. Subito dopo c’è la Russia”.