L’oppositore russo Leonid Volkov, ex braccio destro di Aleksej Navalnyj, è stato aggredito la sera del 12 marzo fuori dalla sua abitazione a Vilnius, in Lituania. Il governo lituano ha definito l’episodio “agghiacciante”.
Volkov, 43 anni, che ha lasciato la Russia nel 2019, ha affermato di essere stato aggredito da un uomo che lo ha colpito “circa quindici volte” con un oggetto contundente, aggiungendo di aver riportato anche una frattura a un braccio.
“Sono felice di essere ancora vivo”, ha dichiarato su Telegram.
Il ministro degli esteri lituano Gabrielius Landsbergis ha definito l’aggressione “agghiacciante” e, in un messaggio sul social network X, ha affermato che i responsabili “dovranno rispondere dei loro crimini”.
Un portavoce della polizia lituana, Ramunas Matonis, ha confermato all’Afp che un cittadino russo è stato aggredito vicino alla sua abitazione nella capitale Vilnius intorno alle 22.
Al momento l’autore dell’attacco non è stato identificato e ulteriori informazioni saranno rese note il 13 marzo, ha aggiunto.
Nella notte Kira Jarmiš, ex portavoce di Navalnyj, ha raccontato che Volkov è stato vittima di una vera e propria imboscata: “Uno sconosciuto ha rotto il finestrino della sua automobile, gli ha spruzzato del gas lacrimogeno negli occhi e ha cominciato a colpirlo con un martello”.
Portato al pronto soccorso, Volkov è stato dimesso qualche ora dopo. “Siamo finalmente a casa”, ha dichiarato la moglie Anna Birjukova su X. “Leonid ha un braccio rotto e non è ancora in grado di camminare”.
Il 13 marzo Volkov ha affermato che l’aggressione rientra “nel modus operandi” dei picchiatori al servizio del presidente russo Vladimir Putin. “Ma non mi fermeranno”, ha sottolineato su Telegram.
Poche ore prima di essere aggredito, aveva dichiarato al giornale online in lingua russa Meduza, che ha sede in Lettonia, di essere preoccupato per la sua sicurezza dopo la morte di Navalnyj.
“Tutti noi rischiamo di essere uccisi, e il perché è abbastanza ovvio”, aveva aggiunto.
La Lituania, paese ex sovietico e membro della Nato, ospita molti oppositori russi.