Il 22 marzo la Cina e la Russia hanno messo il veto a una risoluzione presentata dagli Stati Uniti al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che chiedeva una tregua immediata nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas.
Lo stesso giorno, nel corso di una visita in Israele, il segretario di stato statunitense Anthony Blinken ha chiesto al primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu di rimuovere gli ostacoli alla consegna degli aiuti umanitari agli abitanti di Gaza.
Il testo presentato da Washington al Consiglio di sicurezza sottolineava la necessità di una “tregua immediata e duratura per proteggere i civili e permettere la consegna degli aiuti umanitari”.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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L’ambasciatore russo Vasilij Nebenzja ha però definito il testo statunitense “ipocrita”: “Gli Stati Uniti hanno permesso a Israele di distruggere la Striscia di Gaza e ora chiedono una tregua”.
Nelle ultime settimane gli Stati Uniti avevano più volte messo il veto a risoluzioni che chiedevano una tregua, sostenendo che questa avrebbe favorito Hamas.
Washington sta anche cercando di convincere l’alleato israeliano a evitare un’offensiva di terra nella città di Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, dove vivono ammassati circa 1,5 milioni di civili, in maggioranza sfollati.
Arrivato a Tel Aviv dal Cairo, Blinken ha discusso con Netanyahu per circa quaranta minuti, prima di partecipare a una riunione del gabinetto di guerra israeliano. Netanyahu ha ribadito che l’operazione a Rafah “è necessaria per sconfiggere Hamas”.
Intanto, il 22 marzo sono continuati i combattimenti nella Striscia di Gaza, soprattutto all’interno e nei dintorni dell’ospedale Al Shifa, il più grande del territorio palestinese. L’esercito israeliano ha rivendicato l’uccisione di più di 150 combattenti palestinesi in quest’ultima operazione.
Sempre il 22 marzo sono previsti a Doha, in Qatar, nuovi colloqui per una tregua. Partecipano il capo del Mossad David Barnea, il direttore della Cia William Burns, il capo dei servizi di sicurezza egiziani Abbas Kamel e il primo ministro qatariota Mohammed bin Abdelrahman al Thani.
Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di 31.988 persone. L’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato circa 1.160 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.