Dopo più di cinque mesi di guerra, il 25 marzo il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha approvato per la prima volta una risoluzione che chiede una “tregua immediata” nella Striscia di Gaza, una richiesta più volte bloccata dal veto degli Stati Uniti, che oggi si sono invece astenuti, aumentando la pressione sull’alleato israeliano.
La risoluzione, approvata con quattordici voti a favore e un’astensione, chiede “una tregua immediata per il mese del Ramadan” (cominciato quindici giorni fa), primo passo verso “una tregua durevole”, e “il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”.
“Finalmente il Consiglio di sicurezza si è assunto la responsabilità di mettere fine a questo bagno di sangue”, ha affermato l’ambasciatore algerino Amar Bendjama, anche se le risoluzioni del Consiglio, seppur vincolanti, sono spesso ignorate dagli stati interessati.
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A differenza del testo statunitense, respinto il 22 marzo a causa del veto della Russia e della Cina, la nuova risoluzione non lega le richieste fatte a Israele e ad Hamas agli sforzi diplomatici condotti da Qatar, Stati Uniti ed Egitto, anche se riconosce l’esistenza di colloqui finalizzati a una tregua durevole che sia accompagnata da uno scambio di ostaggi e prigionieri palestinesi.
Alcuni osservatori sostengono che sia in corso un cambiamento sostanziale nel posizionamento di Washington, sotto pressione per limitare il sostegno a Israele in un momento in cui l’offensiva israeliana ha causato più di 32mila vittime a Gaza.
La Casa Bianca ha però smentito un “cambiamento di linea”.
Negli ultimi mesi gli Stati Uniti avevano più volte messo il veto a risoluzioni che chiedevano una tregua immediata, sostenendo che questa avrebbe favorito Hamas.
La risoluzione approvata il 25 marzo è il risultato del lavoro dei membri non permanenti del Consiglio di sicurezza, che hanno negoziato per tutto il fine settimana con gli Stati Uniti per evitare un altro fallimento, secondo fonti diplomatiche.
La risoluzione chiede anche di “rimuovere tutti gli ostacoli alla consegna degli aiuti umanitari”.
Dall’inizio della guerra il Consiglio di sicurezza aveva approvato solo due risoluzioni in tema di aiuti umanitari, e con scarsi risultati: Israele continua a ostacolare la consegna degli aiuti e nella Striscia di Gaza incombe una grave carestia.