Il 25 marzo la Commissione europea ha lanciato indagini contro Apple, Alphabet (Google) e Meta (Facebook, Instagram) per presunte violazioni delle regole sulla concorrenza introdotte con il Digital markets act (Dma), che punta a rendere i mercati digitali più equi e accessibili.
Bruxelles ha dialogato per mesi con le tre aziende statunitensi sui loro piani per conformarsi alle regole entrate in vigore all’inizio di marzo.
“Purtroppo le soluzioni proposte da Alphabet, Apple e Meta sono insufficienti”, ha affermato il commissario europeo per il mercato interno e i servizi Thierry Breton.
L’obiettivo è concludere le indagini entro dodici mesi.
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La Alphabet è accusata tra le altre cose di aver sfruttato il quasi monopolio del suo motore di ricerca Google per favorire i propri servizi di comparazione dei prezzi a scapito della concorrenza nella ricerca di hotel, biglietti aerei e altri beni di consumo.
L’azienda era già stata condannata a pagare una multa da 2,4 miliardi di euro nel 2017.
La Alphabet e la Apple sono finite nel mirino anche per violazione dell’obbligo di consentire agli sviluppatori di app d’indirizzare gratuitamente i consumatori verso offerte alternative ai rispettivi Google Play e App Store.
Su questo tema la Apple era già stata multata per 1,8 miliardi di euro all’inizio di marzo, in seguito a un’indagine aperta nel giugno 2020 dopo una denuncia della piattaforma di streaming musicale Spotify.
La Apple è anche accusata di non offrire agli utenti modi per disinstallare facilmente le app predefinite del sistema operativo iOS, usato sui suoi iPhone.
L’indagine sulla Meta riguarda invece la presunta violazione di una norma che impone di chiedere il consenso degli utenti per combinare i loro dati personali provenienti da vari servizi a fini di profilazione pubblicitaria.
Il Dma, che punisce gli abusi di posizione dominante, prevede multe che possono arrivare al 20 per cento del fatturato globale per violazioni gravi e ripetute.