Il consiglio presidenziale di transizione, che assumerà la guida del paese dopo le dimissioni del premier Ariel Henry, si è impegnato, in un primo comunicato emesso il 27 marzo, a ripristinare “l’ordine pubblico e democratico” ad Haiti, in preda alle violenze delle bande criminali.
“Non appena insediato, il consiglio presidenziale nominerà un primo ministro, che formerà un governo di unità nazionale per ricondurre Haiti sulla strada della legittimità democratica, della stabilità e della dignità”, si legge nel comunicato di quest’organismo, che non è ancora entrato ufficialmente in funzione.
“Tutti insieme lavoreremo per alleviare le sofferenze del popolo haitiano, che da troppo tempo paga le conseguenze del malgoverno e delle violenze delle bande criminali”, prosegue il comunicato.
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Henry, impossibilitato a rientrare nel paese dopo una visita ufficiale in Kenya per dei colloqui su una missione multinazionale che dovrebbe aiutare le forze di sicurezza haitiane, si era dimesso l’11 marzo.
Lo stesso giorno, nel corso di una riunione d’emergenza in Giamaica organizzata dalla Comunità caraibica (Caricom), a cui hanno partecipato i rappresentanti delle Nazioni Unite e di alcuni paesi, tra cui gli Stati Uniti, era stata presa la decisione di affidare il potere a un consiglio di transizione, con il compito di ripristinare la sicurezza e l’ordine democratico.
Il consiglio, composto da sette membri con diritto di voto e da due osservatori, dovrebbe rappresentare le principali forze politiche haitiane e la società civile.
La formazione dell’organismo è stata però rallentata da alcuni disaccordi.
Il comunicato del 27 marzo, firmato da otto dei nove membri, sembra essere un passo importante verso l’entrata in vigore del consiglio, in attesa della nomina dell’ultimo rappresentante.
Le bande criminali controllano intere zone del paese, tra cui l’80 per cento della capitale Port-au-Prince.
La direttrice generale dell’Unicef Catherine Russell ha avvertito questa settimana che “un gran numero di bambini rischia di perdere la vita a causa della crisi che sta devastando Haiti, mentre le violenze impediscono la distribuzione degli aiuti”.
Il peggioramento della situazione ad Haiti ha indotto il Kenya a sospendere l’invio nel paese di mille poliziotti nell’ambito di una missione sostenuta dalle Nazioni Unite.