Un raid attribuito a Israele ha preso di mira il 1 aprile la sezione consolare dell’ambasciata iraniana nella capitale siriana Damasco, uccidendo undici persone, tra cui sette Guardiani della rivoluzione, in un contesto di forti tensioni regionali alimentate dalla guerra nella Striscia di Gaza.
L’Iran ha promesso di vendicare questo raid senza precedenti contro un suo edificio diplomatico in Siria, dove Teheran sostiene il regime del presidente Bashar al Assad, mentre la Russia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che si terrà il 2 aprile.
“Il nemico israeliano ha lanciato degli attacchi aerei dal Golan siriano occupato, prendendo di mira il consolato iraniano a Damasco”, ha affermato il ministero della difesa siriano. “Tutte le persone presenti all’interno dell’edificio sono morte o sono rimaste ferite”.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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“Questo crimine non resterà impunito”, ha minacciato il gruppo libanese Hezbollah, sostenuto dall’Iran.
Un giornalista dell’Afp ha riferito che la sezione consolare adiacente all’ambasciata iraniana nel quartiere Mazzeh di Damasco, dove si trovano molte ambasciate ed edifici delle Nazioni Unite, è stata completamente distrutta.
L’ambasciatore iraniano Hossein Akbari ha dichiarato che l’edificio è stato preso di mira da “sei missili sparati da aerei da combattimento F-35”.
Il corpo dei Guardiani della rivoluzione, l’esercito ideologico dell’Iran, ha affermato che sette dei suoi membri, tra cui due comandanti, sono stati uccisi nel raid.
In un comunicato ha precisato che due alti ufficiali della Forza Quds, Mohammad Reza Zahedi e Mohammad Hadi Haji Rahimi, sono tra le vittime. La Forza Quds è un’unità d’élite del corpo dei Guardiani della rivoluzione che opera al di fuori dei confini nazionali.
Secondo l’ong Osservatorio siriano dei diritti umani, le vittime sono “otto iraniani, due siriani e un libanese, tutti combattenti”.
L’ong ha aggiunto che il generale Zahedi era il comandante della Forza Quds per la Siria, il Libano e la Palestina.
Il ministro degli esteri iraniano Hossein Amir-Abdollahian ha affermato il 2 aprile di aver convocato l’incaricato d’affari svizzero, che rappresenta gli interessi degli Stati Uniti in Iran.
“Abbiamo inviato un messaggio importante al governo statunitense, che sostiene l’entità sionista”, ha dichiarato il ministro, citato dall’agenzia di stampa iraniana Irna. “È ora che gli Stati Uniti si assumano le proprie responsabilità”.