L’arresto di una donna a Hong Kong, in Cina, il 4 giugno 2024. (Martin Henery, Anadolu/Getty Images)

La polizia di Hong Kong ha annunciato il 4 giugno di aver arrestato quattro persone nel trentacinquesimo anniversario della strage di piazza Tiananmen a Pechino.

“Intorno alle 23.30 la polizia ha arrestato due uomini e due donne sospettati di aver commesso dei reati”, ha affermato la polizia in un comunicato. Una delle due donne è sospettata di “sedizione”, un reato punito duramente in base alla nuova legge sulla sicurezza nazionale approvata a Hong Kong a marzo.

Altre cinque persone sono state arrestate “per questioni di ordine pubblico”, ma sono state rilasciate poco dopo.

All’inizio della settimana otto persone erano state arrestate in relazione alla nuova legge.

Per molti anni Hong Kong, un’ex colonia britannica restituita alla Cina nel 1997, era l’unico posto del paese in cui le commemorazioni della strage del 4 giugno 1989 erano tollerate. In linea teorica, infatti, l’accordo di cessione del territorio garantiva il mantenimento di una serie di libertà fino al 2047.

Ma le commemorazioni, che spesso si svolgevano sotto forma di veglie a lume di candela in omaggio ai manifestanti uccisi, sono vietate dal 2020.

Alcuni giornalisti dell’Afp hanno riferito che il 4 giugno decine di agenti di polizia pattugliavano Victoria park, dove fino al 2020 decine di migliaia di persone commemoravano la strage.

La sera del 4 giugno centinaia di persone si sono invece riunite a Taiwan, che Pechino considera una provincia ribelle, per commemorare la strage di piazza Tiananmen.

“Il ricordo del 4 giugno resterà per sempre”, ha scritto su Facebook il nuovo presidente taiwanese Lai Ching-te. “Continueremo a lavorare per mantenere viva la memoria storica”, in omaggio a “tutti quelli che si sono battuti per la democrazia cinese”.

Il segretario di stato statunitense Antony Blinken ha affermato il 4 giugno che gli Stati Uniti “sono solidali” con il movimento per la democrazia in Cina e non dimenticheranno mai la repressione di piazza Tiananmen.

Il 4 giugno 1989 il governo cinese schierò i carri armati contro i manifestanti pacifici accampati a piazza Tiananmen, nel centro di Pechino, per mettere fine a settimane di proteste per chiedere riforme politiche.

Furono uccise centinaia di persone, secondo alcune stime più di mille.