Il 17 giugno l’Arabia Saudita ha confermato che almeno dodici persone sono morte a causa di un’ondata di caldo eccezionale durante il pellegrinaggio annuale alla Mecca (hajj).
Il 16 giugno sono stati registrati più di 2.700 casi di ipertermia (i cosiddetti colpi di calore), ha affermato il ministero della salute.
Il 17 giugno nella città santa dell’islam, nell’ovest del paese, erano previste temperature fino a 49 gradi.
Il servizio meteorologico saudita ha poi precisato sul social network X che le temperature hanno raggiunto i 51,8 gradi.
“Consigliamo ai fedeli di evitare l’esposizione prolungata al sole, soprattutto nelle ore più calde”, ha dichiarato il ministero della salute.
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Il ministero degli esteri della Giordania ha affermato il 16 giugno che quattordici pellegrini giordani sono morti a causa dell’ondata di caldo, mentre altri diciassette “risultano dispersi”.
Teheran ha dichiarato che cinque pellegrini iraniani hanno perso la vita, senza specificarne le cause, mentre Dakar ha riferito della morte di tre senegalesi.
Secondo le autorità saudite, quest’anno l’hajj ha attirato circa 1,8 milioni di musulmani, di cui 1,6 milioni dall’estero.
Il pellegrinaggio alla Mecca è uno dei cinque pilastri dell’islam e tutti i musulmani che ne hanno la possibilità dovrebbero compierlo almeno una volta nella vita.
È anche una fonte di prestigio per l’Arabia Saudita, il cui re porta il titolo di “custode delle due sacre moschee” della Mecca e di Medina.