Un’esercitazione militare vicino a Kristianstad, in Svezia, il 6 maggio 2023. (Johan Nilsson, TT News Agency/Reuters/Contrasto)

Il 18 giugno il parlamento svedese ha approvato a larga maggioranza un accordo di difesa con gli Stati Uniti che secondo i critici apre la strada al dispiegamento di armi nucleari e all’installazione di basi statunitensi permanenti in Svezia.

L’Accordo di cooperazione per la difesa (Dca), firmato da Stoccolma e Washington nel dicembre scorso, è stato approvato da 266 dei 349 deputati, con 37 voti contrari e 46 assenti.

L’accordo costituisce un’importante novità nella politica di difesa della Svezia, che a marzo ha rinunciato a due secoli di non allineamento militare entrando nella Nato.

In base al testo dell’accordo, le forze statunitensi avranno accesso a diciassette basi in Svezia, dove potranno tenere attrezzature militari, armi e munizioni.

Doveva essere approvato da almeno tre quarti dei deputati votanti e da più di metà dei 349 deputati eletti. Solo i Verdi e il Partito della sinistra, che si erano già opposti all’adesione del paese alla Nato, hanno votato contro.

La questione delle armi nucleari

I critici contestano il fatto che l’accordo non escluda esplicitamente la presenza di armi nucleari in Svezia. “L’ingresso di armi nucleari in territorio svedese dev’essere vietato”, ha affermato durante il dibattito in parlamento la deputata Emma Beginger, dei Verdi.

Il governo di centrodestra guidato da Ulf Kristersson, sostenuto dai Democratici svedesi (Sd, estrema destra), sostiene invece che l’accordo rispetti la sovranità nazionale.

“La Svezia è uno stato sovrano e nessuno può trasferire armi nucleari sul nostro territorio senza il nostro consenso”, ha assicurato il ministro della difesa Pål Jonson.

Il mese scorso Jonson aveva affermato che “grazie al Dca la Svezia potrà beneficiare del sostegno militare rapido ed efficace degli Stati Uniti in caso di deterioramento della situazione della sicurezza”.

La Svezia aveva presentato richiesta d’adesione alla Nato insieme alla Finlandia dopo l’invasione russa dell’Ucraina.